In Brasile la raffinazione degli agrocombustibili da oleoginose sta accumulando una quantità di sottoprodotti tali da poter dare il via ad una industria alternativa a quella degli idrocarburi fossili. Fin'ora la glicerina, un sottoprodotto del biodiesel, è stato un problema ambientale ed economico per le imprese dei biocarburanti, i suoi scarti non possono essere semplicemente smaltiti tal quali e necessitano di una costosa gestione, ma in Brasile si stanno promuovendo nuovi usi industriali di questa materia prima polivalente. Esiste già il 'propilene verde', materia prima di diversi prodotti di plastica che secondo l'impresa statale Nova Petroquímica e l'Università federale di Río de Janeiro (Ufrj) potrebbe sostituire parte dei derivati del petrolio usati nell'industria petrolchimica. 'Disponiamo già di glicerina in quantità sufficiente per sviluppare questa strada sostenibile', ha detto a Tierramérica Pedro Bóscolo, esperto di tecnologie dell'impresa. Il Brasile ha adottato l'obbligo di fornire ai distributori una miscela di gasolio con il 2% di biodiesel, detta B2, e con questo si genera un'eccedenza annuale di 105 mila tonnellate di glicerina, che a partire dal 2013 si moltiplicheranno per due volte e mezzo, quando il Brasile adotterà la miscela B5 al 5% di biodiesel. 'Questo permetterà una industrializzazione su larga scala', spiega Bóscolo, 'favorita dal calo della materia prima petrolifera'.
Il Brasile consuma tra le 30 mila e le 40 mila tonnellate di glicerina pura che è anche un sottoprodotto dell'industria del sapone e che viene impiegata per realizzare cosmetici, alimenti, colori e medicine. 'Al momento, la glicerina, quasi il 10% del biodiesel prodotto, è 'un passivo ambientale', spiega Claudio Mota, dell'Istituto di chimica della Ufrj, che coordina la ricerca sul propilene verde, 'perché nei fiumi fa proliferare vegetali e batteri che assorbono l'ossigeno, provocando la mortalità dei pesci. Anche bruciarla è dannoso, perché emette acroleina, una sostanza cancerogena, e l'uso diretto come combustibile può danneggiare i macchinari, visto che la glicerina esce dal processo con impurità'. Le imprese produttrici di biodiesel la stanno immagazzinando in attesa di una soluzione, ma le notizie di scarichi abusivi si moltiplicano. Per questo la Ufrj e Nova Petroquímica stanno pensando di utilizzare una risorsa già disponibile che, dice Boscolo a Tierramerica 'non esige coltivazioni e terra addizionali in competizione con gli alimenti' ed hanno creato un impianto pilota per arrivare ad una produzione su grande scala nel 2013. 'Il brevetto del propilene verde è inedito in Europa, che produce biodiesel da molto più tempo del Brasile, e pertanto dispone di molta glicerina, però destinata ad altri usi e prodotti', spiega Bóscolo. La glicerina aveva un mercato ristretto, perché era considerata un prodotto nobile con un prezzo elevato, ma gli scarti del biodiesel cambiano questo scenario ed una glicerina prepurificata ridurrebbe ulteriormente i costi di utilizzo. Con il barile di petrolio ormai ben sopra ai 100 dollari, i sostituti rinnovabili degli idrocarburi stanno diventando sempre più competitivi e anche le possibilità energetiche della glicerina possono essere esplorate: uno dei sui derivati può migliorare l'efficienza della benzina con una miscela dall'1 al 5%, riducendo le emissioni di monossido di carbonio. Lo sviluppo di questi nuovi prodotti punta a non ripetere gli errori fatti in brasile con l'etanolo da canna da zucchero come sostituto dei carburanti che ha prodotto con i suoi scarti disastri ambientali.