Una iniziativa a cui hanno partecipato anche l'Associazione italiana agricoltura biologica Aiab, la Federazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica Firab e la Rete semi rurali.
Come hanno fatto notare gli organizzatori dell'iniziativa, oggi la maggior parte dei semi disponibili sul mercato, e quindi utilizzati anche in agricoltura biologica, proviene da varietà selezionate per altri modelli agricoli e spesso riprodotte con metodo convenzionale.
Inoltre, nonostante una importante crescita delle superfici e degli operatori biologici, superiore al 20%, si registra una forte contrazione nella disponibilità di sementi per questo tipo di agricoltura. Un calo di disponibilità che da un lato può essere attribuito all'aumento della domanda, ma anche dal fatto che la produzione di sementi biologiche è in calo.
Si è infatti ridotta la superficie destinata alla moltiplicazione di sementi biologiche, passando in Italia da 10.600 ettari nel 2009, a soli 7.500 ettari nel 2013, con una contrazione che gli ultimi dati disponibili attestano al 30%.
L'obiettivo proposto è quindi quello di chiedere al Mipaaf la stesura di un nuovo piano nazionale per le sementi biologiche per mettere a disposizione delle imprese, nel medio periodo, materiale riproduttivo in qualità e quantità adeguate.
Per Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia, la disponibilità sul mercato di sementi biologiche certificate di qualità, è fondamentale per lo sviluppo del comparto, soprattutto considerando che a livello europeo, le aziende agricole che si riproducono autonomamente le sementi sono solo il 50% per la semina dei cereali e meno dell'1% per le colture orticole.
Per la Cia, un primo sostegno dovrà arrivare dalla attivazione della Banca dati delle sementi biologiche, che sarà resa disponibile sul Sistema informativo biologico e conterrà l'elenco delle specie e varietà di sementi prodotti in biologico disponibili sul mercato nazionale e relativi fornitori.
Ma il problema non è soltanto la disponibilità quantitativa, ma anche l'aspetto qualitativo delle sementi e delle varietà delle piante.
E per andare verso un miglioramento della qualità delle sementi e realizzare anche nuove varietà, Cia, Anabio e Aiab sostengono il miglioramento genetico partecipativo, con la collaborazione di agricoltori, tecnici e ricercatori, per selezionare piante che rispondano ai bisogni degli agricoltori, adattandosi ai diversi contesti ambientali e climatici e ai diversi sistemi colturali.
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