"La proposta avanzata dalla parte industriale di fissare il prezzo di base a 83 euro al quintale per il pomodoro tondo ed a 91 euro per il lungo è stata considerata inaccettabile dalla parte agricola, la quale individua in 95 euro per il tondo e 105 per il lungo il livello di prezzo minimo per coprire i costi, crescenti, di produzione e garantire una dignitosa remunerazione dei produttori" è scritto in una nota di Italia Ortofrutta.
La rigidità di Anicav sui prezzi ha però una spiegazione: tentare in questa fase di disincentivare gli investimenti.
Nello scorso mese di aprile l’Organizzazione confindustriale dei conservieri in una nota per la stampa sosteneva: "Sul mercato c'è ancora troppo pomodoro trasformato nel 2015. Secondo i dati raccolti dal monitoraggio di Anicav, rispetto alle previsioni di consumo calcolate l'anno scorso, l'esaurimento degli stock di magazzino per la maggior parte delle referenze slitterà in avanti di almeno due mesi".
Secondo l’Anicav è pertanto necessario che le imprese conserviere "Evitino di contrattare quantitativi superiori alle proprie potenzialità di mercato, ponendo in essere un'attenta programmazione delle quantità, che dovrebbero essere ridotte in misura non inferiore al 15% nel bacino del Centro Sud".
"Tale situazione non può che destare preoccupazione - affermava il direttore Anicav Giovanni De Angelis - è necessaria una migliore programmazione per la prossima campagna 2016 per riequilibrare il mercato. Se così non fosse sarebbe a rischio la sostenibilità dell'intero comparto e con esso gli impegni e gli investimenti che i soggetti di filiera stanno adottando per garantire alla grande distribuzione e ai consumatori prodotti dagli elevati standard qualitativi".
L'analisi delle scorte dei derivati del pomodoro destinati al mercato Retail e al canale Horeca è stata condotta con una specifica indagine realizzata dall'Ufficio studi dell'associazione che ha analizzato i dati relativi alle giacenze di magazzino al 28 febbraio 2016.
Lo studio è stato condotto sul sistema d'imprese associate ad Anicav che rappresentano oltre l'80% delle aziende di trasformazione del pomodoro del bacino del Centro Sud Italia ed oltre il 60% del prodotto destinato al consumo finale.