“Rispetto al 2008, ultimo anno degli aiuti accoppiati Pac, le superfici destinate al seme si sono quasi dimezzate, segnando una contrazione del 45% - ha aggiunto Brazzabeni -. Di converso, l’impiego di semente non controllata, come la granella aziendale o il seme non certificato, si sta rapidamente avvicinando alla soglia del 50%. Secondo le stime di Assosementi, nelle semine 2013-2014 per il grano duro è stato utilizzato seme non certificato su oltre il 40% della superficie”.
“Se vogliamo salvaguardare la qualità e l’identità del grano duro nazionale – ha continuato Brazzabeni – occorre attivare tutte le misure di politica agraria che sono disponibili, a partire dagli aiuti della nuova Pac 2014-2020, dove è stato deciso un aiuto accoppiato al grano duro, mentre nulla è stato ancora previsto per l’impiego del seme certificato”.
“Chiediamo di nuovo che la semente certificata, per il grano duro, ma anche per le altre colture, diventi l’elemento alla base di produzioni di qualità, tracciate e garantite no Ogm” ha concluso Brazzabeni.
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Fonte: Assosementi