“Si sta ultimando la prima raccolta – continua Marino – e gli imprenditori del settore sono unanimi nel dire che la produzione si attesta mediamente su un 25% in meno rispetto al 2012, anche se è prematuro stilare un bilancio definitivo poiché mancano ancora i dati delle seconde raccolte”. Non mancano ovviamente le eccezioni, zone in cui la produzione è tendenzialmente stabile, se non in aumento. Questo è dovuto essenzialmente all’esposizione dei terreni coltivati a nocciole; mediamente i corileti di fondovalle sono quelli che hanno risentito maggiormente delle bizze legate al clima dell’annata restituendo esigue quantità di prodotto.
L’elevata umidità dei frutti, proprio nel periodo della raccolta, costringe i corilicoltori a oculate operazioni di essiccamento per garantire un’adeguata conservabilità del prodotto e non incorrere in pericolosi deterioramenti a causa di fermentazioni anomale. Non pochi problemi li sta creando, poi, la fauna selvatica: sono sempre più frequenti i danni provocati dagli ungulati.
Note positive della raccolta 2013 giungono dalla qualità del prodotto. Gli agricoltori si dicono soddisfatti perché il calibro delle nocciole è ottimo, proprio grazie alle precipitazioni che hanno caratterizzato tutto il ciclo della coltura e le prime rese alla sgusciatura confermano le buone prospettive. “C’è da augurarsi – conclude Marino - che a fine raccolta tutto l’impegno profuso venga compensato dalle quotazioni del prodotto, che attualmente non sono ancora ben definite”.
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Fonte: Confagricoltura Cuneo