Argentina, cresce l’export dei mirtilli verso l’Europa

La quantità di mirtilli esportati dall’Argentina verso l’Europa nella stagione 2011-2012 è cresciuta, mentre quella verso gli Stati Uniti d’America ha subito una contrazione. E’ quanto affermato dal Comitato argentino per il mirtillo. “La quantità di mirtilli esportati dall’Argentina nell’attuale campagna produttiva ammonta a 15.803 tonnellate - spiega Inés Peláez, direttore del comitato -, di cui 4.788 destinate all’Europa (nel 2010-2011 erano 4.409 tonnellate). Guardando i Paesi di destinazione, il Regno Unito è stato il principale protagonista con 2.872 tonnellate di prodotto ricevuto (nel 2010-2011 erano 2.536 tonnellate). In Europa siamo quindi passati dal 10% al 12% del valore totale e il Regno Unito è cresciuto dal 17% al 18%: una crescita che ci riempie di grande soddisfazione. Sul fronte statunitense possiamo dire che sono state esportate 9.623 tonnellate di mirtilli in questa stagione, rispetto alle 9.920 tonnellate della stagione 2010-2011: valori di mercato che sono passati dal 61% di quest’anno al 65% di quello precedente. Le spedizioni verso il Canada sono invece aumentate da 972 tonnellate a 1.002, mentre l’Asia (e altri mercati) avanza lentamente dalle 385 tonnellate del 2010-2011 alle 388 tonnellate del 2011-2012”. Nel corso degli ultimi tre anni, l'Argentina ha fatto parte dei 'Mirtilli del Sud', un progetto promozionale del mirtillo assieme al Cile e all’Uruguay, creato per stimolarne il consumo nei Paesi europei come Inghilterra e Germania. Nel 2011 il comitato argentino ha lanciato una campagna indipendente nel Regno Unito, Francia, Germania, Danimarca e Paesi Bassi.

(Fonte Freshfruitportal.com)

 

Corea del Sud, nuove opportunità grazie ad un patto commerciale

Ci saranno grossi benefici per gli esportatori di ciliegie, sedano, spinaci, mandorle e altri prodotti ortofrutticoli statunitensi, grazie ad un accordo commerciale tra gli Stati Uniti d’America e la Korea del Sud che entrerà in vigore dal 15 marzo prossimo. Infatti 2/3 delle esportazioni agricole degli Stati Uniti verso la Korea del Sud diventeranno duty-free. "Penso che l’accordo porterà un grosso vantaggio - ha affermato Ken Barbic, direttore senior per gli affari del governo federale di Washington -. Ad esempio verrà ridotto il dazio sulle uve, che passerà da subito dal 45% al 24%, in attesa di essere azzerrato in quattro anni. Per le arance si vedrà un calo dei dazi dal 50% al 30%, per poi essere azzerato nei prossimi 6 anni. La tariffa dei limoni passerà dal 30% al 15%, e poi a zero nel secondo anno. La tariffa del 30% sul pompelmo sarà progressivamente ridotta nel corso di sei anni. Il dazio rigido del 144% sui mandarini sarà progressivamente eliminato nel corso di 15 anni”. 

(Fonte ThePacker.com)

 

Usa: le gelate provocano danni agli agrumi Californiani

I danni causati dal gelo agli agrumi della California sono peggiori del previsto, ma i volumi inferiori rafforzano i mercati. I volumi delle arance Navel potrebbero ammontare a circa 75 milioni di casse alla fine della stagione, rispetto agli 85 milioni previsti ad inizio stagione. Lo ha riferito Bob Blakely, direttore delle relazioni all'interno del settore presso l'azienda California Citrus Mutual. “Le spedizioni di Navel e mandarini nel mese di febbraio hanno fatto segnare la presenza di calibri più piccoli rispetto ad altri periodi - spiega Bob Blakely -, anche se i consumatori non dovrebbero tuttavia notare eventuali effetti negativi sulla qualità. Gli agricoltori californiani inoltre cercheranno di allungare la stagione fino a giugno e, in alcuni casi, a luglio. La commercializzazione dei mandarini, tuttavia, potrebbe finire ad aprile 2012, cioè un mese prima del solito”.

(Fonte ThePacker.com)

 

Ecuador, le piogge torrenziali causano un crollo del prezzo delle banane

Secondo le dichiarazioni degli operatori del settore, la scorsa settimana il prezzo delle banane esportate dall’Ecuador è letteralmente crollato, passando dai 12,5 dollari ai 2 dollari a cartone. Le cause sono da ricercarsi nella concomitante presenza di piogge torrenziali e della sovrapproduzione.
 “Le piogge eccessive portano inevitabilmente a problemi - spiega Javira Ravello, responsabile delle vendite di Alisa-Sunrise -. Infatti se cade troppa pioggia sulle piantagioni di banane, i frutti tendono ad assorbirne una certa quantità portando ad una riduzione dei caratteri qualitativi (soprattutto un'adeguata temperatura interna). Tuttavia la nostra società conduce severi controlli sulla qualità dei prodotti al fine di garantire sempre banane dalla polpa soda”. 
Anche il responsabile vendite di Expoglobal, Matthieu Mandon, un’altra società operante nel settore delle banane, ha confermato che le eccessive piogge possono essere un problema. “Le banane hanno bisogno di sole e di pioggia per crescere ma troppa pioggia e troppa umidità mettono a rischio la produzione stessa. Tuttavia le nostre piantagioni possono contare su buoni canali di drenaggio e su una raccolta anticipata rispetto alla norma, il che si traduce in una vulnerabilità inferiore al problema”. Entrambi i manager sono tuttavia fiduciosi che, durante la settimana appena iniziata, il prezzo finalmente si riprenderà.


(Fonte Freshfruitportal.com)

 

Stati Uniti: i consumi ortofrutticoli aumenteranno nel prossimo decennio

L'Usda prevede un leggero aumento dei consumi di frutta, verdura e noci nel corso dei prossimi 10 anni negli Stati Uniti. Sono i risultati di un report che lo stesso Dipartimento dell’Agricoltura ha rilasciato nei giorni scorsi, e in cui segnala che il consumo pro-capite di frutta e noci crescerà dello 0,2% (base media annua) per i prossimi dieci anni, mentre il consumo pro-capite di ortaggi aumenterà dello 0,5%.
 “Abbiamo messo in luce che il valore dell’import di prodotti orticoli dovrebbe aumentare annualmente del 4,9% nel prossimo decennio - spiega l’Usda nel comunicato -, in vistoso calo rispetto al tasso di crescita dell'8% registrato nel decennio 2001-2011. Nonostante questo rallentamento del ritmo delle importazioni il deficit commerciale per l’ortofrutta nel 2011 (pari a 6,2 miliardi di dollari) si gonfierà fino a raggiungere i 10,7 miliardi di dollari del 2021. 
Per quella data, infatti, le importazioni dovrebbero rappresentare il 45% della domanda interna di frutta e noci (oggi il 40%) ed il 25% di quella delle verdure (oggi il 21%). 
Le esportazioni continueranno a svolgere un ruolo importante per i produttori americani".

(Fonte ThePacker.com)

 

Perù, esportazioni di carciofo continuano a salire nel 2012

L’export di carciofo peruviano sta avendo una notevole crescita negli ultimi anni: gli Stati Uniti sono stati la principale destinazione con una quota del 58% sul totale, seguita dalla Spagna col 23% e dalla Francia col 10,5%. In totale questi tre Paesi hanno rappresentato nel 2011 il 91% del totale. Nonostante i problemi con l'euro, i prezzi medi delle esportazioni hanno mostrato una tendenza al rialzo che riflette i problemi di produzione causati dalle basse temperature. I principali esportatori di carciofi in scatola lo scorso anno sono stati Sociedad Agrícola Virú (34,8%), Danper Trujillo (25,4%), Danper Arequipa (11,9%), Alsur Perú (10,1%), Export World Open (4,3%), Cynara Perú (3,8 %), Agroindustrias AIB (3%), Camposol (1,8%), Agroindustrias Josymar (1,7%) e Agroindustrias del Mantaro (1,6%).

(Fonte Freshfruitportal.com)

 

 

Portogallo, l'export dell'ortofrutta fresca vicino a un miliardo di euro

Le esportazioni portoghesi di frutta e verdura fresche potrebbero raggiungere il valore di un miliardo di euro nell'anno 2012. Lo prevede il presidente di Portugal Fresh, mostrando fiducia nella capacità dei mercati internazionali di superare la recessione sul fronte del consumo interno. "Possiamo dire che le esportazioni di frutta e verdura dovrebbero crescere del 12% tra il 2011 e il 2012 - ha sottolineato Manuel Évora, presidente di Portugal Fresh (associazione per la promozione di frutta, verdura e fiori) -, passando da 800 milioni di euro a 900 milioni di euro. Attualmente abbiamo avuto un aumento delle esportazioni verso l'America Latina, in particolare verso il Brasile, anche se l'Africa e l'Europa rimangono le principali destinazioni, nonostante la necessità di eliminare le barriere di confine. Per quanto riguarda il mercato interno possiamo dire che esistono ancora un calo dei consumi e una recessione dei prezzi allarmanti, ancora più gravi dopo la crisi dovuta ad Escherichia Coli. Nel giugno dello scorso anno è stato infatti disseminato il panico tra i consumatori europei a causa di un'epidemia di E. Coli-EHEC, che ha indotto le autorità tedesche a incolpare i lotti di cetriolo spagnolo e a consigliare di non consumare cetrioli, pomodori e insalate. Come sappiamo, il sospetto si è poi rivelato infondato, ma i dubbi sull'origine dell'epidemia hanno tenuto i consumatori lontano dalle verdure, causando danni ingenti agli agricoltori. Per il Portogallo si parla di oltre 5 milioni di euro".

(Fonte: Lusa.pt)