Siamo in mezzo al guado. L'inverno si sta per esaurire, almeno nelle sue espressioni più rigide, e si sta avvicinando una primavera che potrà decidere molto su quanto entrerà nei mulini italiani da metà giugno in poi. Apsovsementi fornisce come sempre un'analisi attenta e puntuale degli scenari.
Produzione 2010
Lo scenario delineatosi dopo gli inattesi problemi agrometeorologici occorsi in Canada e Australia a ridosso e durante la raccolta inizia ad assumere contorni per certi versi simili a quanto già vissuto nelle annate 2006-2007. Le previsioni negative sulle produzioni mondiali di grano duro che si sono delineate in base all’andamento stagionale in Canada, primo produttore mondiale, sono state in larga parte confermate alla raccolta. Le condizioni climatiche avverse hanno limitato fortemente le semine, causando la contrazione della superficie investita e, laddove si è potuto seminare, forti piogge in fase di fioritura e granigione hanno causato grossi problemi nella qualità della granella. La produzione canadese, normalmente protagonista dell’export, risulta perciò di qualità medio-bassa tale da essere classificata di grado 3-4-5, quando l’esportazione richiede prevalentemente il grado 1-2. La produzione del 2010 dovrà pertanto essere “tagliata” con gli stock dell’anno precedente sino a quando ve ne sarà disponibilità. All’incremento di superficie generato negli Stati Uniti da una politica favorevole si è contrapposta però la diminuzione della stessa nei Paesi europei. La produzione mondiale nel 2010 è stata la più bassa dell’ultimo decennio pari a 34,4 milioni di tonnellate, così come pure gli stock, i quali sono superiori soltanto a quelli fatti segnare nel 2007. Facendo poi riferimento all’intero bacino del Mediterraneo, deve essere considerato il crescente fabbisogno d'importazione dei Paesi del Nord-Africa, causato da una riduzione del 29% della produzione rispetto alla precedente annata.
Previsione raccolta 2011 nel mondo
Il forte aumento del costo del frumento tenero, dovuto al blocco delle esportazioni in Russia, ha fatto ridurre sensibilmente lo scarto fra i prezzi di questa specie e quelli del grano duro, invogliando gli agricoltori a preferire il primo rispetto al secondo in molti areali produttivi. Le stime di produzione mondiale per il 2011 fatte dall’istituto francese Arvalis sono di 35 milioni di tonnellate, inferiori alla media degli ultimi 5 anni. A fronte di questo andamento produttivo i consumi dovrebbero mantenersi sempre ai livelli degli scorsi anni.
In Canada la superficie potrebbe aumentare di 400.000 - 600.000 ha in funzione dei prezzi elevati che sicuramente si registreranno nella prossima primavera per assestarsi tra 1,6-1,8 milioni di ettari. La rese ad ettaro dovranno comunque essere elevate (<4 t/ha) per garantire i volumi di esportazioni nella media degli ultimi anni. Gli stock resteranno comunque molto bassi. Al contrario negli Stati uniti la superficie i prefigura in calo di 100.000 - 200.000 ha a causa della forte concorrenza delle altre colture come tenero, orzo e colza. La superficie totale potrebbe attestarsi tra 0,8 e 0,9 milioni di ettari con una buona disponibilità per l’esportazione grazie agli stock elevati. Posando i piedi sul Vecchio Continente, in Francia la superficie a grano è stimata in calo del 5%, con un impatto sulla produzione che potrebbe essere superiore, vista la forte riduzione nelle aree con le rese/ha più elevate. La possibilità di mantenere i volumi di esportazioni degli ultimi anni dipenderà da rese ad ettaro medio-alte. Più a sud, in Spagna e Grecia, pur non essendo ancora disponibile una stima ufficiale, le superfici sono date in forte contrazione in entrambi i Paesi. In particolare in Spagna il clima ha fortemente ridotto le semine e, dove si è seminato, forti precipitazioni hanno già pregiudicato le rese.
Previsione per il raccolto 2011 in Italia
Come spesso avviene anche per altre colture, risulta difficile avere dati statistici affidabili in merito alla semine e alla produzione che potremmo attenderci per la prossima campagna. La forte contrazione di utilizzo di seme certificato nel sud Italia fa venir meno un ulteriore parametro produttivo. Partendo da una superficie del 2010 di circa 1,15 milioni di ha, le previsioni per il 2011 nel nostro paese sono di 75.000 ha al Nord, 240.000 al Centro e 650.000 al Sud per un totale di 965.000 ha. E’ la superficie più bassa degli ultimi vent’anni in flessione di quasi il 20% rispetto al 2010.
I motivi della contrazione della superficie sono riconducibili al prezzo elevato del frumento tenero, che nel periodo luglio-novembre il ha avuto prezzi superiori al duro, invogliando gli agricoltori a preferire il primo rispetto al secondo. Ma influiscono anche le modifiche apportate all'Art. 68, le quali prevedono una rotazione biennale con conseguente divieto di coltivare frumento duro su terreni precedentemente coltivati a cereali a paglia. Confrontando gli ettari dei cereali e quelli delle colture previste per la rotazione, pur essendo difficile fare una stima sull’adesione all’Art. 68, è ragionevole pensare che da sola questa misura potrebbe portare una riduzione della superficie a frumento duro superiore ai 300.000 ha. Infine, l'andamento meteorologico: piogge continue, che in certe situazioni hanno causato allagamenti, si sono abbattute sul nostro Paese a partire dal 20 di ottobre, pregiudicando in alcuni casi anche i pochi appezzamenti che erano stati seminati. Ampie zone del Nord e del centro Italia devono ancora completare le semine. In particolare nell’areale tirrenico le semine effettuate ad oggi non arrivano al 30% delle superficie che potenzialmente poteva essere investita. Particolarmente significative sono le riduzioni delle superfici al nord (circa il 50%) e al centro (circa il 20%). Come nel caso della Francia l’impatto sulla produzione potrebbe essere però più elevato; infatti un ettaro al Nord produce mediamente come tre ettari al sud. In molte aree del Centro le semine sono state molto ritardate a causa delle continue piogge, in particolare in Toscana e Lazio ampie superfici debbono ancora essere seminate. Questo scenario fa pensare ad una potenziale limitazione delle rese, pertanto la produzione finale nel 2011 potrebbe essere inferiore a 3,5 milioni di tonnellate, che coprirebbero solamente il 60% del fabbisogno nazionale che si stima superiore a 5,5 milioni di tonnellate.
Quali conclusioni trarre?
L’Italia è il primo produttore mondiale di pasta e di conseguenza il principale mercato del frumento duro, pertanto la disponibilità di prodotto nazionale riveste un ruolo strategico nel contenimento dei prezzi di questo cereale. Inoltre, la ricerca di derrate di qualità, unitamente alla generale diminuzione della disponibilità di prodotto, lascia prevedere un trend positivo dei prezzi e un interesse da parte delle industrie di trasformazione a stipulare contratti di filiera. Gli scambi nella seconda settimana di Gennaio presso il mercato di Foggia hanno spinto il prezzo del duro oltre i 300 €/t ben al disopra del listino della borsa di Bologna normalmente superiore al prezzo della piazza pugliese. Molta importanza rivestono il proseguo della stagione, che condizionerà la produzione in qualità e quantità e le semine di fine inverno. In tale ottica, la scelta di investire in questa coltura potrebbe rivelarsi vincente sia per la collocazione del prodotto, sia in termini di prezzo.
Dal punto di vista tecnico, si tenga conto che tutte le varietà di duro sono alternative ed è quindi possibile seminare fino alla primavera. Ciò potrebbe comportare un vantaggio fitosanitario, dato il posticiparsi della fase di fioritura ad un periodo con inferiore probabilità di pioggia e conseguenti minori possibilità di infezioni di Fusariosi della spiga. Infine la scelta varietale, come sempre, può aiutare a massimizzare i profitti: l’utilizzo di varietà di taglia medio-alta può essere favorevole non solo per la produzione in granella, ma anche per la produzione di paglia, destinata ad essere pesantemente carente in conseguenza della generale riduzione della coltivazione dei cereali.
Varietà precoci come Virgilio e Casanova possono valorizzare anche i terreni più marginali. Sculptur e Ariosto si avvantaggiano di un ottima capacità di accestimento, mentre Dylan e Neodur risultano particolarmente adatte a massimizzare le produzioni nei terreni più fertili e profondi.
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