Il consuntivo 2008 di mele da tavola per l’Italia si è assestato a 1.941.483 tonnellate, leggermente in diminuzione rispetto alle 1.942.065 dell’annata precedente.
La qualità del prodotto in conservazione è generalmente molto buona ma si stima una frazione di frutti di categoria prima ed extra più ridotta rispetto al normale, conseguentemente alle grandinate della primavera/estate 2008.
Le giacenze al 31 dicembre 2008 si assestano a 1.234.310 tonnellate, contro 1.137.899 ton. al 31 dicembre 2007. Sul risultato incide la partenza della stagione commerciale, che nel 2008 è stata ritardata di due settimane. Tenuto conto che la vendita settimanale nel periodo autunnale è stimabile nel 2% del conferito, le maggiori giacenze dell’annata corrente sono da ricondurre prevalentemente al ritardo di due settimane nella partenza della stagione di commercializzazione
Nel complesso le vendite fino al 31 dicembre 2008 sono state di 706.132 tonn, di cui 164.805 nel mese di dicembre, contro 162.373 del mese di dicembre 2007. Tale volume di vendita non è mai stato raggiunto in passato.
Il risultato è stato possibile grazie ad una buona dinamica dei consumi di mele in Italia, che da qualche anno risultano stabili. Il consumo interno ha contribuito a compensare un leggero rallentamento delle vendite all’estero.
Il dato degli acquisti in volume è giudicato estremamente positivo e conferma la mela come uno dei prodotti ai quali le famiglie italiane difficilmente rinunciano.
Le prospettive per la stagione sono sufficientemente positive. Da gennaio si prospettano maggiori spazi sui mercati dell’Est europeo ed il livello di disponibilità di prodotti alternativi è nel complesso minore rispetto all’annata 2007/2008.
La previsione di produzione 2008 per le arance è del 33% minore rispetto al 2007 e la produzione consuntiva di pere è del 18% inferiore tra le stesse due annate.
Per quanto riguarda il kiwi il quantitativo di prodotto a consuntivo è nella normalità.
La produzione di mele nei paesi dell’Emisfero Sud si prospetta nell’ordinarietà anche se le prime indicazioni sui possibili flussi esportati indicano la Comunità Europea come un’area di particolare interesse.
L’analisi delle informazioni disponibili, del trend di vendite e di tutti gli altri fattori in grado di incidere sostanzialmente sulla campagna di commercializzazione conferma prospettive ragionevolmente buone per la collocazione del prodotto ad un prezzo giudicato accettabile dal consumatore ma anche dal produttore.