Circa un miliardo e trecento milioni di dollari nel primo trimestre 2010, queste le vendite del Gruppo Agco a livello globale. Per quanto siano numeri impressionanti, questo risultato segna un decremento di circa il -13.3% rispetto allo stesso periodo 2009. La crisi globale ha inciso anche sui muscoli di un colosso come quello americano, da alcuni anni in continua crescita in tutto il mondo. Anche sui dividendi delle azioni questo calo si è ripercosso negativamente, con un guadagno per azione di 0,12 $. Ciò non deve avere soddisfatto gi investitori, che nello stesso periodo del 2009 avevano messo in tasca un dividendo di 0,36 $ per azione.
Abbiamo fronteggiato un andamento molto diversificato della domanda nei maggiori mercati agricoli mondiali durante il primo trimenstre 2010 - afferma Martin Richenhagen, Chairman, Presidente e Chief Executive Officer di Agco. “In Brasile - prosegue Richenhagen -, la domanda è stata prossima a livelli record […]. In Europa ocidentale, le condizioni industriali sono rimaste invece sotto i livelli d'eccellenza mostrati nel primo trimestre 2009, mentre in Nord America si sono stabilizzate". La risposta di Agco si è focalizzata sulla gestione oculata della produzione, portando al minimo il gas che fino al 2009 era stato tenuto in buona parte a regimi da giro veloce di un gran premio. Sebbene sia stata una strategia prudenzialmente difensiva, i margini assoluti sul venduto si sono comunque ridotti. E i margini sono sempre stati il fiore all'occhiello del gruppo americano. L'area EAME (Europe/Africa/Middle East) ha mostrato un calo del 36.5%, perfino peggiore del 30.5% riscontrato nel Nord America. Spiragli di ottimismo giungono invece dal Sud America, dove le vendite del periodo sono incrementate di circa il 67.7% rispetto al 2009. “Le vendite dei trattori di alta potenza e di mietitrebbie - prosegue Richenhagen - sono rimaste alte". Segno che l'agricoltura professionale, incluso il contoterzismo, ha in qualche modo tenuto.

 

Uno sguardo all'immediato futuro

In Agco ci si aspetta un primo semestre abbastanza piatto, rispetto al 2009. Solo il Sud America dà segnali positivi, proponendosi come locomotiva di un "treno" settoriale che appare da tempo muoversi su di un binario che se non si può definire morto, deve essere almeno considerato secondario. Stabilità è invece la parola d'ordine per Europa e Stati Uniti, dove si rimanda al secondo semestre 2010 ulteriori previsioni, anche se non ci sono aspettative particolari su riprese delle vendite per tutto l'anno in corso. Il target di Agco per gli azonisti è di raggiungere 1,65 - 1.75 $ per azione alla fine del 2010. Le vendite si prefiggono di raggiungere la soglia dei 6,7 - 6,8 miliardi di dollari. Sui margini commerciali si dovrà aspettare forse la fine dei giochi per vedere quanto la spinta verso i volumi assoluti avrà intaccato l'utile assoluto.