"Immobili nelle sabbie mobili". Massimo Alberghini Maltoni, vice presidente di Unima, l'Unione nazionale delle imprese di meccanicazzione agricola, fotografa così la situazione del contoterzismo in Italia. 

"La crisi c'è - sottolinea Alberghini -. Forse a qualcuno può sembrare che si avverta meno, rispetto ad altri settori, perché le lavorazioni continuano. Ma non è così. La crisi si è fatta sentire pesantemente in termini di remuneratività, fattore legato a doppio filo al costo dei prodotti cerealicoli, dunque mais, grano, sorgo e soia, a prezzi di gran lunga inferiori rispetto alla copertura dei costi".

A preoccupare Alberghini non sono solo i numeri e i volumi delle commesse, quanto la progressiva disincentivazione dell'agricoltore a seminare. In particolare, di quegli agricoltori che non svolgono l'attività in modo prevalente.

"E' questo il vero pericolo per il futuro: l'abbandono delle colture - continua il vice presidente di Unima -. Una prospettiva reale che avrebbe, e che ha già, conseguenze molto negative per il territorio".

"Gli esempi sono sotto gli occhi tutti - prosegue -. Mi spiego: abbiamo avuto un inverno piovoso e i fondi abbandonati, soprattutto quelli di collina e di montagna, hanno cominciato a franare. Il che dimostra chiaramente - prosegue - che i rischi legati alll'abbandono delle colture provocano danni non solo all'economia, ma anche all'ambiente.
Da anni Unima chiede alle  pubbliche amministrazioni di intervenire per il mantenimento del sistema idro-geologico, soprattutto in quelle zone il cui il contadino è sparito. Legare il presidio del territorio solo a questioni speculative e di remuneratività è un grande errore".

Tra le problematiche che riguardano la categoria, c'è poi la scarsa propensione della categoria agli investimenti. "I nostri contoterzisti - spiega - guardano con preoccupazione all'andamento del mercato, sia sotto un punto di vista monetario, vedi la paura di non incassare, sia per l'incertezza della programmazione".

Eppure, è di pochi giorni fa il decreto attuativo sugli incentivi firmato dal ministro Scajola che stanzia 20 milioni di euro per le macchine agricole. "Si fa un gran parlare di questo provvedimento - dice Aberghini - ma nessuno ha ancora visto i numeri. Certo, sono misure encomiabili, ma non è di questo che abbiamo bisogno".

L'Unione chiede certezze politiche, strategie programmatiche e interventi di sostanza "che vadano nella direzione di una moralizzazione del settore".
"Prendiamo i cereali - dice Alberghini -: è ridicolo, anzi, è dannoso che in Italia dobbiamo produrre con regolamenti e restrizioni, e dunque costi, come in nessun'altra parte d'Europa, penso ai Paesi dell'Est, quando poi vediamo in Italia arrivano prodotti di cui non conosciamo la provenienza e che falsano i mercati. Le regole, se sono tali, devono valere per tutti".

Di qui la proposta di una certificazione della filiera e delle lavorazioni, che garantisca produttori e consumatori.

"In sede europea - chiosa Alberghini - stiamo avanzando la richiesta di una regolarizzazione del mercato: chi lavora in questo settore deve saperlo fare. Può sembrare una banalità, ma non lo è: una certificazione di filiera ci permetterebbe di ottenere un prodotto garantito, più remunerativo per l'agricoltore e più sicuro per tutta la filiera. Consumatore compreso".