Nel mese di ottobre il calo delle immatricolazioni ha sfiorato i 22 punti percentuali. Segno che si molto probabilmente sono cessate le immatricolazioni degli ultimi trattori equipaggiati con motori stage 2
Ufficialmente è un crollo. Di fatto solo un riequilibrio. Per mesi, per la precisione dal luglio scorso, si è scritto che il mercato dei trattori era drogato dalle immatricolazioni delle ultime macchine equipaggiate con motori stage 2.
Tali mezzi, che più di un costruttore aveva a parco macchine in grande quantità e qualcuno forse anche in quantità eccessiva, si sono improvvisamente riversati, almeno da un punto di vista virtuale, sulle scrivanie dei funzionari della motorizzazione per conquistarsi la propria brava targa prima che lo scadere dei termini di immatricolazione li rendesse degli inutili ferrivecchi.
Ora che le immatricolazioni degli stage 2 si sono esaurite, è venuta a mancare quella ventata di positività che aveva spinto avanti il mercato. E questi ha reagito più o meno come reagiscono i fiumi dopo che sono passate le piene autunnali. Cessata la piena il fiume rientra nel proprio alveo naturale e lo stesso ha fatto il mercato. Non ci si deve quindi far impressionare dai dati di fine ottobre e men che meno da quel "meno 21 e otto per cento" con cui si è chiuso lo stesso mese di ottobre. Non c'è stato nessun tracollo e, anzi, la vera anomalia era insita nella crescita pregressa. Analogamente non si deve però brindare al fatto che, nonostante tutto, l'anno solare resti in positivo.
Il momento è duro e tale probabilmente resterà fino a gennaio visto che le prossime feste natalizie finiranno col bloccare mezza Italia risultando utilizzate da molte aziende, di settore e non, per dar luogo a una lunga pausa di produzione. Difficile che in tale frangente ci siano molti operatori disposti a comprar trattori. Opinione comune è quindi che solo da gennaio in poi si potranno fare valutazioni affidabili sull'andamento della nuova stagione che, manco farlo apposta, non gode quest'anno neanche della spinta che di solito fornivano le vendite effettuate in sede Eima.
Venendo ai dati in tabella si nota come la crisi non colpisca tutti i marchi nella stessa misura. E' ormai certo infatti che John Deere e Kubota chiuderanno l'anno in maniera più che positiva e lo stesso si può affermare per Claas e Case Ih. L'affermazione ovviamente è riferita ai volumi, non ai livelli di fatturato che sono invece definiti oltre che dai volumi anche dai prezzi di vendita. In positivo, anche se in maniera meno marcata, Massey Ferguson e Valtra all'interno del gruppo Agco e Deutz-Fahr all'interno del gruppo Same Deutz-Fahr, mentre viaggiano su dati negativi, ma non tragici, i marchi Landini e McCormick.
Più pesanti le perdite di Fendt, ancora alle prese con i problemi di consegna delle nuove macchine, Same, Lamborghini e New Holland. Questi ultimi tre marchi nel loro complesso continuano a essere leader indiscussi del mercato assieme a Landini e a John Deere, ma la crescita di quest'ultimo sta rimescolando le posizioni di una classifica di mercato che per anni è stata più o meno sempre la stessa.
Chi non sembra soffrire di alcuna crisi sono i costruttori specializzati, Antonio Carraro, i marchi del Gruppo Bcs, Goldoni e Valpadana. Il primo chiuderà l'anno con ottimi volumi di crescita a livello di immatricolazioni e anche il secondo non ha di che lamentarsi. Unico costruttore specializzato in leggero negativo resta quindi Goldoni, ma 18 trattori in meno su quasi mille e 800 si devono considerare un'oscillazione fisiologica, affermazione che non vale per Valpadana che sta sempre più godendo dei ritorni indotti dalle sue nuove gamme. Da segnalare, per la prima volta da anni, la flessione di Challenger, marchio che in Italia ha sempre piazzato le sue brave 60 macchine l'anno ma che quest'anno probabilmente chiuderà attorno a quota 50.
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Tratto da Macchine Trattori - Novembre 2009
in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore
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Fonte: Editoriale Orsa Maggiore