Anche se a Foggia, Roma e Napoli il prezzo del grano duro nelle ultime rispettive sedute è rimasto stabile, le organizzazioni agricole pugliesi sono in allarme per la perdita di valore accusata nelle scorse settimane. E se Cia Agricoltori Italiani di Puglia chiama gli agricoltori a manifestare lunedì prossimo al Porto di Bari, contro gli sbarchi di grano turco che hanno indotto i ribassi, Confagricoltura Foggia propone di regolare l'immissione di grano sui mercati mediante organizzazioni di produttori e cooperative, concentrando l'offerta gradatamente, in modo da evitare improvvise cadute dei prezzi.
Cia, la lotta non si ferma
Tutti al Porto di Bari, con pullman organizzati che arriveranno - oltre che da tutta l'Area Metropolitana barese - da Foggia, Bat, Brindisi, Lecce e Taranto per una grande manifestazione che riunirà tutti i cerealicoltori pugliesi. L'iniziativa è organizzata da Cia Agricoltori Italiani di Puglia per lunedì 11 settembre 2023, alle ore 10.30, quando i produttori cerealicoli provenienti dalle 6 province si ritroveranno al Varco della Vittoria posto all'ingresso del porto di Bari.
Terranno un sit in e una conferenza stampa per tornare a chiedere misure che tutelino i produttori cerealicoli e i consumatori italiani; una task force che verifichi Dna, provenienza e salubrità dei grani che arrivano nei porti d'Italia; l'attivazione del Registro telematico dei cereali e del pacchetto di azioni previste dal programma Granaio d'Italia. Alla manifestazione sono stati invitati e parteciperanno numerosi sindaci, consiglieri e assessori regionali, senatori, deputati e parlamentari europei.
"La battaglia sul valore del grano duro riconosciuto ai nostri cerealicoltori non si ferma", annuncia Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani. "Le quotazioni sono troppo basse e le speculazioni in atto danneggiano enormemente il settore. La petizione lanciata da Cia ha avuto un'ulteriore impennata raggiungendo quasi 70mila firme".
Oltre al sostegno di Regione Puglia, Anci Puglia ed ente Provincia di Foggia, finora i Comuni che hanno aderito con delibere di Giunta e Consiglio sono ben 40.
"Se non sappiamo nemmeno da dove provengono e quali standard di salubrità caratterizzano i grani che arrivano nei nostri porti, allora occorre che ci spieghino perché si continua a parlare di sovranità alimentare", aggiunge Sicolo.
Per questo motivo, secondo il presidente di Cia Puglia "Occorre una task force che verifichi nei porti, nave per nave, il Dna e la provenienza della valanga di frumento utilizzata per far crollare il valore riconosciuto al grano dei nostri produttori. Bisogna tornare a gridarlo con forza: c'è una paurosa speculazione in atto e l'Italia, con i suoi cerealicoltori e consumatori, è la prima vittima".
"La nostra protesta continuerà - conclude Sicolo - finché il Governo italiano non adotterà misure urgenti e adeguate per fermare questa infame e gravissima speculazione".
Confagricoltura Foggia, Op contro speculazioni
Confagricoltura Foggia in una nota stampa fa i conti al crollo di mercoledì della scorsa settimana alla Borsa merci di Foggia: 60 euro alla tonnellata in meno, che se riferite all'intera produzione nazionale - intorno ai 4 milioni di tonnellate - fa un danno in un solo giorno circa 240 milioni di euro. "Il calo ovviamente non è uniforme in tutta Italia e certo non tutta la produzione è stata venduta a quel prezzo, ma è altresì chiaro che crolli di queste dimensioni non possono che generare grande apprensione tra i produttori agricoli - spiega la nota di Confagricoltura Foggia.
"Così come è evidente che, come in tutti i mercati, la perdita di qualcuno genera vantaggi ad altri. Ed è per questo che come Confagricoltura Foggia - dichiara il presidente dell'associazione di categoria, Filippo Schiavone - rimarchiamo la necessità di fermare queste politiche speculative che nel medio periodo possono distruggere la cerealicoltura del nostro territorio, una delle eccellenze produttive di Capitanata. Anche per questo vanno rispettate in modo ferreo tutte le regole che riguardano l'importazione di materia prima dall'estero. Anche perché la filiera legata al grano duro italiano, rappresenta uno dei pochi solidi pilastri su cui regge l'economia provinciale".
Per il presidente Schiavone la stabilità dei prezzi raggiunta in Borsa Merci Foggia solo il 6 settembre dimostra che "il continuo altalenante prezzo di questa materia prima, oltre che da situazioni di geopolitica internazionale e dall'andamento dei mercati mondiali, è regolato da interventi speculativi che seppur periodici, non possono essere più sopportati dal mondo agricolo. Speculazioni che, inoltre, spesso finiscono col generare ripercussioni sui prezzi di alcuni prodotti finiti lungo la filiera che danneggiano in modo significativo le fasce più deboli della popolazione".
"La soluzione più sensata per gli agricoltori - propone Schiavone - rimane quella di regolare l'immissione del flusso di grano sui mercati, in modo da trovare un prezzo equilibrato al nostro oro giallo. Politiche commerciali che scaturiscono, come insegnano le elementari regole della microeconomia, da un soddisfacente punto di incontro tra domanda e offerta. Ma tutto questo avviene solo se tutti i coltivatori di grano duro comprendono che c'è bisogno di conferire il prodotto a chi è in grado di arginare con la propria massa critica le speculazioni sul prezzo".
Il presidente di Confagricoltura Foggia lancia così una sorta di appello ai cerealicoltori sulla concentrazione dell'offerta. E tira in ballo Op e cooperative agricole
"Questo lo possono fare meglio le organizzazioni di prodotto o le cooperative agricole che - spiega - oltre a svolgere con la forza dei grandi numeri le trattative sul mercato, possono esercitare un ruolo di 'banca di prodotto', garantendo un ordinato flusso finanziario che spesso manca alle imprese di settore, specie le più piccole".
Operazioni che Schiavone definisce come "vere azioni di sistema per la categoria che possono tutelare il valore delle nostre aziende" senza per questo rinunciare al "rapporto interprofessionale con le altre componenti della filiera" pure visto come "necessario a rafforzare la competitività complessiva del nostro territorio".