Pesche, percoche e nettarine sono il simbolo della frutta fresca estiva. Secondo i dati di Ismea relativi alla tendenza di questa estate, la produzione italiana è in controtendenza negativa rispetto all'offerta europea. Se infatti quest'ultima si dovrebbe attestare circa su 3,4 milioni di tonnellate, in aumento del 14% rispetto ai 3 milioni circa del 2022, la situazione produttiva italiana vede una stima di circa 900mila tonnellate, con una flessione annua del 10% su base annua e di circa il 30% rispetto ai dati medi dell'ultimo quinquennio. L'offerta è composta da circa 500mila tonnellate di pesche e da circa 400mila tonnellate di nettarine.
Dal punto di vista delle quotazioni la prima parte della campagna, costituita da un'offerta limitata, ha visto prezzi all'origine che si sono attestati su livelli superiori sia al 2022 sia al triennio 2020-2022. Viste le produzioni italiane in calo, rispetto al 2022 sono in attesa in aumento i flussi di import di prodotto, per circa 100 milioni di chilogrammi, dato comunque in linea rispetto alla media dell'ultimo quinquennio. Sul fronte export si attende una battuta d'arresto rispetto al 2022 e comunque in livelli ben inferiori ai 125 milioni di chilogrammi, dato medio del quinquennio 2018-2022.
Secondo Ismea, per quanto riguarda la seconda parte di stagione relativa alla campagna 2023, si dovrebbe registrare una normalizzazione rispetto a quanto osservato nella prima fase commerciale, sia in termini di regolarizzazione dei volumi offerti e scambiati, sia in termini di raffreddamento dei prezzi. Detto questo la bilancia commerciale vede già "rosso", a causa di una buona offerta di prodotto spagnolo che non lascia molte speranze all'Italia in termini di sbocchi commerciali sul mercato europeo tradizionale.