L'innovazione è il perno dell'agricoltura del futuro. Ad analizzare le sue dinamiche e la sua applicazione all'interno delle aziende agricole è un report di Ismea, realizzato nell'ambito della Scheda 10.2 "Competitività e Filiere Agroalimentari" del Piano 2021-2023 della Rete Rurale Nazionale, con una sintesi dei risultati di un'indagine finalizzata a comprendere l'approccio all'innovazione da parte delle aziende agricole italiane.
Lo studio è stato condotto con la collaborazione di Heritage House, realtà specializzata nella corporate reputation, nella comunicazione online e offline e nel supporto alle imprese per la valorizzazione della propria responsabilità sociale e Image Line®, azienda hi tech specializzata in soluzioni digitali integrate per l'agricoltura.
I risultati dell'indagine sono stati presentati il 1° dicembre 2022 a una tavola rotonda online, in modalità webinar, moderata da Ivano Valmori, direttore di AgroNotizie®, alla quale hanno partecipato Maria Chiara Zaganelli, direttore generale Ismea, Roberto Adriani, senior partner di Heritage House e Cristiano Spadoni, project development leader di Image Line®. A loro si sono poi susseguiti gli interventi, tramite case history, di Stefano Francia, presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna, l'imprenditrice agricola Roberta Canino, la responsabile commerciale e marketing di Cooperativa Ortonatura Nuccia Alboni, Luca Cavallaro, direttore agronomico di Tenimenti Ruffino, Giovanni Giambi, direttore di Agrisfera, l'imprenditrice di Tenuta Vannulo Teresa Palmieri, e Mattia Ridolfi, titolare di Agricola Ridolfi.
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Il progetto è stato articolato in uno studio qualitativo - incentrato sull'organizzazione di focus group - e su una seconda fase quantitativa - realizzata attraverso un questionario somministrato a operatori dotati di connessione ad Internet ed indirizzo di posta elettronica -, con analisi sull'innovazione di tre filiere: prodotto fresco, con aziende impegnate nelle filiere dell'ortofrutta fresca, il prodotto trasformato, con aziende che lavorano materia prima destinata alla trasformazione, e infine gli allevamenti. Focalizzando l'attenzione sui dati registrati dall'analisi quantitativa, e partendo dal contesto geopolitico in cui le aziende operano, si evince come il 36% degli intervistati si aspetti una futura riduzione delle risorse complessive destinate all'innovazione; a questi si aggiunge un 32% che pensa a un rinvio di alcuni interventi già pianificati (incidenza sulle tempistiche di investimento).
Sul fronte degli investimenti, l'innovazione nelle aziende agricole è stata declinata considerando tre principali ambiti di applicazione. Sotto il profilo gestionale organizzativo, il 31% degli intervistati punta ad accantonare i fondi necessari per interventi innovativi, seguiti dalla definizione dei piani di ricerca e di sviluppo (23%) e alla partecipazione attiva a reti di impresa e a gruppi operativi (16% e 13%).
Dal punto di vista del prodotto e del processo, il 50% delle aziende agricole intervistate punta alla sperimentazione di nuove tecniche di concimazione e difesa; seguono l'interesse per le nuove modalità di lavorazione del suolo (42%), oltre all'irrigazione e alla gestione delle risorse idriche (39%) e alle nuove varietà vegetali e animali (28%).
Dal punto di vista tecnologico, l'analisi si è concentrata in particolare sulle applicazioni dell'agricoltura digitale. Il 27% degli intervistati ha dichiarato di aver puntato su software gestionali aziendali (farm management system) e Dss, seguita dalle applicazioni per le pratiche amministrative e legali (21%). Il 19% delle aziende ha focalizzato la propria attenzione sui sistemi installati per la guida autonoma assistita (Gps/Rtk). Importanti anche le applicazioni relative alla sensoristica (Internet of Things) ai sistemi di monitoraggio da remoto (entrambi il 17% degli intervistati).
Ci sono però delle difficoltà per portare innovazione in azienda: il 47% degli intervistati ritiene che il maggiore ostacolo sia il tessuto polverizzato del sistema agricolo italiano, con la ridotta dimensione aziendale come principale caratteristica. Il 25% evidenzia la difficoltà di accesso ai fondi pubblici, sia nazionali che locali, mentre il 23% ritiene oneroso il piano di ammortamento.
Nonostante le difficoltà, la maggioranza assoluta delle imprese agricole che nell'ultimo quinquennio ha investito in innovazione ha un giudizio positivo sugli impatti, rilevando particolare efficacia sotto il profilo della sostenibilità sociale (ad esempio, le migliori condizioni lavorative), oltre a quello della competitività, dei risvolti economici e ambientali.
Oltre tre quinti del campione ha menzionato la conoscenza delle opportunità previste dai Piani di Sviluppo Rurale. Inflazione, difficoltà di accesso materie prime e risorse idriche ed energetiche costituiscono il contesto odierno in cui le imprese operano, ma tutte queste condizioni di incertezza non hanno raffreddato la voglia delle aziende agricole di investire in innovazione, tanto che il 78% degli intervistati prevede nuovi investimenti nei prossimi cinque anni, percentuale superiore a quelli che hanno investito negli ultimi cinque (72%).
Approfondimenti
Per scaricare il report dell'indagine visita questa pagina
Le slide di presentazione dell'indagine sono disponibili sul sito InnovaRurale a questa pagina
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Ringraziamenti
Per la buona riuscita della ricerca si ringraziano Allevatori Top, Arptra, Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura, Associazione Donne della Vite, Associazione Donne dell'Ortofrutta, Biorfarm, Silvio Fritegotto, i fondatori di Tractorum, l'Uncai - Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali e Unaitalia, Unione Nazionale Filiere Agroalimentari delle Carni e delle Uova.
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