I risultati del 7° Censimento generale dell'Agricoltura condotto dall'Istat ci restituiscono l'immagine, non inaspettata, di un settore in evidente cambiamento.

 

A cominciare dal numero delle aziende agricole, con un dato eclatante: nel 2020, rispetto al 2010, il numero delle aziende è calato del 30,1%. Il dato sugli ettari coltivati appare meno grave: 12,5 milioni di ettari di Sau, Superficie Agricola Utilizzata, con una riduzione di "solo" il 2,5% (la superficie corrisponde più o meno "solo" a una provincia).

 

Da notare che l'azienda agricola media tende ad ingrandirsi - le aziende dai 20 a 50 ettari sono passate in 10 anni dal 5,4 al 7,6% del totale mentre quelle oltre i 50 ettari sono quasi raddoppiate: dal 2,8 al 4,5%.

 

Calano quindi le aziende individuali o familiari (dal 96,1 al 93,5%), aumentano le società di persone (dal 2,9 al 4,8%) e le società di capitali (dallo 0,5 all'1%).

Diminuiscono nettamente le aziende gestite solo in proprietà (dal 73,3 al 58,6%) ma aumentano quelle in affitto (dal 4,7 al 10,1%).

Con l'unica eccezione dell'Alto Adige e, solo parzialmente per Trentino e Lombardia, le tendenze qui sopra espresse riguardano con una certa uniformità in tutta Italia.

 

L'agricoltura italiana sta quindi cambiando, neanche tanto lentamente, pelle. La mutazione è iniziata ed evidente.

 

Cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni? Di certo un'ulteriore tendenza a una - forse altrettanto forte - riduzione delle aziende soprattutto a condizione individuale o familiare, un aumento degli affitti oltre a un maggiore interesse del capitale verso l'agricoltura - presumibilmente anche una maggiore presenza di fondi di investimento o altre realtà finanziarie. I dati sempre ottimamente rilevati dall'Istat devono quindi essere studiati con grande attenzione dal legislatore e da chi studia le politiche di incentivazione per i prossimi anni.

 

In gioco c'è la politica alimentare italiana compresa la importazione e l'esportazione agroalimentare, c'è il paesaggio italiano (da restaurare), c'è un tessuto sociale ed una cultura millenaria.