Si è tenuta il 16 giugno 2022 l’Assemblea Generale di Areflh (Assemblea delle Regioni Europee Frutticole, Orticole e Floricole), organizzazione che associa rappresentanti pubblici e produttori di numerose regioni europee, che ha analizzato la situazione del comparto ortofrutticolo europeo: la riforma della Politica Agricola Comune (Pac) e Green Deal, la difficile situazione geopolitica mondiale, l’aumento dei costi, la crisi climatica, i problemi di logistica e il calo generalizzato dei consumi

 

L’evento è stato co organizzato da Assomela, l'Associazione Italiana dei Produttori di Mele, con il supporto dell’Assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli presso la sala Depero nella sede della Provincia Autonoma di Trento


Nella sessione mattutina dell'Assemblea Generale sono stati rieletti Simona Caselli e di Jean-Louis Moulon rispettivamente alla presidenza e alla vicepresidenza di Areflh. Successivamente nel pomeriggio si è tenuta la conferenza pubblica con il contributo di diversi eurodeputati tra cui Herbert Dorfmann e i rappresentanti della Commissione Europea. 

 

Le sfide da affrontare

Tra i temi principali che hanno animato la discussione tra produttori e istituzioni c’è stato quello della nuova Pac per il settore ortofrutticolo, con la necessità di trovare degli strumenti di flessibilità per rendere il più agevole possibile la transizione tra il vecchio ed il nuovo sistema. 
Gli obiettivi posti dalla nuova Pac sono certamente ambiziosi, ma oltre a dover essere maggiormente tarati sulle esigenze e sulle oggettive difficoltà del mondo agricolo - alle prese con l’aumento incontrollato dei costi, calo dei consumi, difficoltà all’export e logistica in crisi - al momento dovrebbero essere riequilibrati in funzione della situazione politica globale e della necessità di garantire la cosiddetta food security ma anche l’equilibrio economico delle aziende.
È emerso un richiamo forte alla necessità di investire in innovazione e ricerca di soluzioni tecniche efficaci, con metodi adeguati e senza precipitare i tempi della transizione.


Per difendere, inoltre, la produzione europea è necessario lavorare sia per favorire l’accesso a nuovi mercati sia per verificare che le importazioni da Paesi terzi, anche nell’ottica di una maggiore tutela del consumatore europeo, rispettino le medesime condizioni imposte ai produttori Ue. 

Tra i temi trattati rimane infatti forte la preoccupazione dei produttori europei di non avere più a disposizione sufficienti strumenti di difesa necessari per garantire la produzione e conseguentemente la redditività.

 

Gli obiettivi futuri

Di fronte a queste sfide, solo un comparto compatto e organizzato può rispondere attuando strategie realistiche ed efficaci per il reale raggiungimento degli obiettivi salvaguardando la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del settore ortofrutticolo europeo.
A tal proposito, è fondamentale lavorare per un nuovo quadro normativo chiaro e certo, e su questo la Commissione sembra ben indirizzata, sulle nuove tecniche genomiche per sviluppare varietà resistenti alle nuove fitopatie e alle conseguenze disastrose del cambiamento climatico e realizzare - come chiedono i produttori, ma anche lo stesso Parlamento Europeo - un risk assesment rispetto all’impatto delle strategie della Commissione sulle aziende e sulla loro sostenibilità.