Creare un rapporto stabile di cooperazione tra Ismea e la Regione Marche per sfruttare a pieno le potenzialità offerte dall'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare per l'agricoltura e gli agricoltori marchigiani.

È stato questo il tema di fondo dell'incontro promosso dalla Regione e dalla cooperativa TerraBio, che si è tenuto nella sala Raffaello dell'Università di Urbino.

Un incontro a cui erano presenti il presidente Ismea Angelo Frascarelli, Fabrizio Failli della direzione servizi per le imprese di Ismea, il presidente di TerraBio Maurizio Gambini e l'assessore regionale all'Agricoltura Mirco Carloni.

Per Gambini il rapporto con Ismea può essere importante per tutta la nuova imprenditorialità, spesso giovane, che vuol affacciarsi al mondo dell'agricoltura, ma che rischia di trovarsi senza risorse adeguate.

Un rapporto sempre più importante anche per l'assessore Carloni, soprattutto alla luce del fatto che la prossima programmazione del Psr non sarà più gestita direttamente dalle regioni, ma sarà pianificata a livello centrale dal ministero, con cui sono già in corso trattative e colloqui per portare le istanze della Regione.

Il timore di Carloni è che un piano nazionale possa non tenere conto di tutte le specificità e di tutte le esigenze dei vari territori regionali, in particolare di una realtà agricola come quella delle Marche, caratterizzata dalla qualità e dalle produzioni locali e tipiche.

Da qui il bisogno di avere e creare anche altre strade per il supporto allo sviluppo dell'agricoltura delle Marche, come appunto una collaborazione stretta con Ismea.

Ismea infatti può sostenere le aziende agricole in vari aspetti con le opportunità che offre, per l'acquisizione dei terreni, l'ampliamento della proprietà agricola, gli investimenti aziendali e il ricambio generazionale.

Fino ad oggi però le opportunità offerte da Ismea non sono state colte a pieno dal mondo agricolo marchigiano.

Solo due imprese hanno usufruito degli strumenti per il primo insediamento dei giovani; cinque hanno ricevuto il contributo per l'iniziativa "Donne in campo 2020-2021" sulle settanta finanziate in Italia; quattro hanno aderito alla Banca per la terra, di cui una soltanto aggiudicata.

Non solo. Per Carloni resta centrale anche il modello di sviluppo basato sul potenziamento delle filiere, oltre che delle singole aziende, un modello che potrebbe avere un ruolo anche finanziario.

L'assessore ha infatti sottolineato il bisogno di un credito agricolo mirato, dove le garanzie anche a livello bancario possano essere valutate non sul singolo agricoltore, ma sulla capacità della filiera di crescere e produrre reddito.

Per la giunta regionale è necessario quindi migliorare la capacità delle imprese di intercettare le opportunità offerte da Ismea, sia attraverso l'attività di informazione svolta dalle associazioni, sia migliorando le competenze tecniche necessarie per accedere agli strumenti finanziari.

"Da questo punto di vista - ha concluso Carloni - è urgente consolidare le relazioni del nostro sistema creditizio con Ismea, che può rappresentare un partner importante anche per le imprese che accedono ai contributi previsti dalle misure del Programma di Sviluppo Rurale".