In Sicilia le semine dei cereali da granella sono a serio rischio a causa dei terreni allagati. L'Isola ha un potenziale di oltre 270mila ettari, in gran maggioranza a grano duro, e attualmente è impossibile entrare con trattori e seminatrici in tantissimi terreni.

È l'allarme di Coldiretti Sicilia che sottolinea come in alcune zone a causa delle piogge si è già in gravissimo ritardo. È impossibile seminare nel palermitano così come nell'agrigentino e nell'ennese e nelle altre province. "Il maltempo non dà tregua - aggiunge Coldiretti Sicilia - e ciò aumenta l'incertezza per il futuro in quanto non si può progettare nulla".

L'incertezza è alimentata anche dagli altissimi costi delle materie prime che in pochi mesi sono aumentati enormemente e chi ha acquistato i mezzi tecnici, sempre a prezzi molto elevati, non può utilizzarli.


Sospesa anche la raccolta delle olive, seppure alle battute finali, andata a rilento proprio per la pioggia incessante. "Il maltempo - conclude Coldiretti Sicilia - continua a causare disagi agli agricoltori che a causa della mancata manutenzione delle strade addirittura non possono raggiungere le aziende".

Ma la preoccupazione maggiore è per i seminativi, soprattutto per il grano duro, che andrebbe seminato tra la metà di novembre e la metà di dicembre. Ignazio Gibiino, cerealicoltore e presidente di Coldiretti Agrigento, spiega: "Siamo riusciti a seminare per non più di un giorno e mezzo e dopo aver effettuato lavorazioni del terreno costose, vista la siccità, poi è arrivata la pioggia e ci siamo dovuti fermare, i campi seminati sono ad oggi pochissimi".

La pioggia avrebbe potuto agevolare le operazioni di semina, ma dura ormai da troppo tempo: "Per come sono allagati adesso i terreni - continua il presidente di Coldiretti Agrigento - per poter entrare per la semina autunnale avremmo bisogno di almeno una decina di giorni di tempo buono, per fare in modo che venga smaltita tutta l'acqua in eccesso, ma se continuasse a piovere ancora si rischierebbe di seminare troppo tardi, ben oltre la metà di dicembre".

I terreni a seminativo sono in larghissima parte argillosi: "Il che complica le cose, perché non solo sono impraticabili i terreni pianeggianti, ma anche quelli acclivi - aggiunge Gibiino, che sottolinea - intanto gli agricoltori hanno acquistato tutto quel che serve e sono sui costi, dalle sementi ai fertilizzanti, che per di più vedono oggi un prezzo triplicato: l'urea è passata da un anno all'altro da 30 a 100 euro al quintale".