La Giunta regionale ha infatti approvato in questi giorni i criteri per la loro costituzione e riconoscimento, condivisi con il Tavolo politico strategico regionale.
Nati con la legge di Bilancio 205/2017, i distretti del cibo costituiscono un nuovo modello di sviluppo per il settore dell'agroalimentare italiano.
Come ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Anna Casini, si tratta di uno strumento innovativo e strategico mirato a favorire lo sviluppo territoriale, la coesione sociale, la sicurezza alimentare, la diminuzione dell'impatto ambientale delle produzioni agricole.
Tecnicamente la delibera della Giunta marchigiana applica la legge 205/2017 a livello regionale. Poi, i prossimi passi politici saranno quelli di predisporre gli incentivi per favorire la realizzazione dei distretti del cibo.
Negli ultimi due periodi di programmazione del Psr, cioè nei periodi 2007-2013 e 2014-2020, la regione ha già promosso e incentivato varie forme di aggregazioni territoriali, tra cui i sei accordi agroambientali d'area e i quattordici accordi di filiera.
La costituzione dei distretti del cibo sarà un passo successivo per la promozione dell'agroalimentare marchigiano che vanta un patrimonio enogastronomico di 37 certificazioni di qualità (di cui 21 vini), 100mila ettari a biologico (il 20% della superficie agricola utilizzata) e 154 prodotti iscritti nell'elenco regionale dei prodotti tradizionali e i 10 presidi Slow food e più di 100 prodotti certificati QM - Qualità garantita dalle Marche.
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Fonte: Regione Marche