Questi in sintesi i risultati della seconda edizione del concorso enologico "Lucio Mastroberardino" riservato ai vini fermi, passiti e spumante o frizzanti a Docg, Doc e Igt prodotti nel territorio amministrativo della Regione Campania, organizzato dall'associazione culturale Monsfulsulae e tenutosi a Montefusco (Av) dal 22 al 24 giugno 2018.
L'appuntamento, intitolato all'enologo ed imprenditore vitivinicolo irpino Lucio Mastroberardino, scomparso a 45 anni nel gennaio 2013, si è svolto sotto il patrocinio di vari enti ed organizzazioni, tra i quali: ministero delle Politiche agricole, Regione Campania, Provincia di Avellino, Camera di commercio di Avellino, Comune di Montefusco, Unione nazionale proloco d'Italia, Coldiretti e Confagricoltura.
Ed è stata un'occasione di confronto tra zone di produzione diverse della Campania vitivinicola, che presenta un territorio vitato non vasto, ma che oscilla dalle colline di natura vulcanica, a quelle a base calcareo dolomitica fino alle zone attinte dalle argille del mare preistorico di Tetide.
Nella serata del 23 giugno a Palazzo Giordano, si sono concluse le operazioni di assegnazione dei punteggi e sono state formulate le classifiche, cui è seguita la premiazione il 24 giugno nell'ex carcere borbonico di Montefusco.
Per i "vini passiti" premio all'azienda di Montefusco Terredora di Paolo, con la bottiglia Passito Igt Campania, e che a seguito dei punteggi sommati nelle varie categorie, si aggiudica anche il Trofeo Lucio Mastroberadino 2018.
Nella categoria "vini bianchi ultima annata Doc (2017)" ha prevalso la Falanghina Irpinia della cantina Antica Hirpinia, società agricola di Taurasi, un monovitigno che nasce nel cuore enologico della provincia di Avellino, dove i suoli più vocati sono quelli raggiunti dalla caduta delle ceneri provenienti dall'eruzione del Vesuvio avvenuta 20mila anni fa, detta appunto eruzione di Avellino.
Per la categoria "vini bianchi con uno o più anni di invecchiamento Doc", invece, si cambia completamente scena: primo premio alla bottiglia Fiorduva 2016, prodotta in Doc Costa d'Amalfi da uve sovramature di Fenile (30%), Ginestra (30%) e Ripoli 40%, dalla cantina Marisa Cuomo, localizzata sui pendii del comune di Furore, con terreni terrazzati vista mare tra i 250 ed i 550 metri di quota. Stessa azienda vitivinicola e stessi terreni vengono premiati anche per il miglior "vino rosso ultima annata Dop" con la bottiglia Furore, Doc Costa d'Amalfi.
I "vini rossi con uno o più anni di invecchiamento Dop" riportano il vertice di classifica nelle zone interne della Campania, con la bottiglia Aglianico del Taburno 2012 prodotta da Masseria La Rivolta, una Docg in monovitigno che sta offrendo un'alternativa al più celebrato Taurasi - stesso vitigno, ma territorio diverso: calcareo il primo, vulcanico il secondo.
"Vini spumanti Dop, ultima annata 2017" vede in prima posizione la bottiglia Oro spumante della Tenuta Cavalier Pepe, ottenuta con metodo Charmat da vitigni autoctoni a bacca bianca coltivati nei comuni di Luogosano e Sant'Angelo all'Esca (Av): terreni collinari di natura argilloso-calcarea a 350 metri di quota con esposizione Sud-est.
Per i "vini bianchi ultima annata Igt" si torna nel Sannio, con la Falanghina beneventana di Cantina San Paolo: un monovitigno ottenuto lavorando terreni di medio impasto.
Nei "Vini rosati ultima annata Dop" primo premio a Terre Saracene Costa d'Amalfi Dop di Ettore Sammarco, una novità della storica azienda di Ravello.
Feudi di San Gregorio invece piazza il proprio spumante Dubl al primo posto nella categoria "spumanti Dop o Igp con più anni di invecchiamento", mentre Tenuta Scuotto prevale nei bianchi Igp con il monovitigno novità Campania Fiano.
All'Aglianico 2016 di San Salvatore va infine il primo premio tra i "vini rossi con uno o più anni di invecchiamento Igt". La stessa cantina si aggiudica la posizione di vertice nella classifica dei "vini rosati Igt" con la bottiglia Rosato Paestum.