Sta di fatto che la prima cosa che fanno le grandi catene di supermercati che calano in Italia è quella di ammantarsi di un bel tricolore (parliamo di quello verde, bianco e rosso – s'intenda).
Nei tempi più recenti, dopo la calata dei francesi, si stanno rafforzando i tedeschi. Dopo Lidl, che ha impostato la propria presenza nella penisola con un bello scudetto da nazionale azzurra, è arrivato Aldi, che gioca sull'assonanza italica della sua insegna.
Ovviamente non c'è nulla di male a dichiarare, o a far pensare, di essere italiani – all'immagine però vanno associati i contenuti (degli scaffali).
In un'indagine, che chi scrive fece una ventina di anni fa, si andò a verificare il numero di formaggi francesi e italiani venduti da grandi ipermercati con insegna francese e italiana: i risultati furono sconcertanti – e l'articolo fu infatti titolato "Le campagne napoleoniche in Italia".
Di fatto le grandi catene distributive sono una piattaforma perfetta per la penetrazione commerciale di un paese estero – e l'Italia soffre da sempre del forte immobilismo dei suoi distributori sia sul proprio suolo sia all'estero dove, ricordiamolo, è presente una sola insegna realmente tricolore.
Concludendo, iniziamo a tenere gli occhi aperti: l'italian sounding vale non solo per i prodotti ma anche per i negozi.