Il prezzo di riferimento del grano duro fino nazionale all’ingrosso al Sud – quello della piazza di Foggiacalato in febbraio del 3,52%, ha perso molto più del prezzo medio nazionale (-2%) calcolato dalla Borsa merci telematica italiana e reso noto lo scorso 14 marzo. Intanto, ieri a Foggia, in una seduta improntata alla calma, confermata per la terza volta la nuova fase di stabilità dei prezzi all’ingrosso del cereale pastificabile, fermo su 219 euro la tonnellata sui valori massimi e 214 sui minimi. Stabilità anche sul fronte dei prezzi all’origine: Ismea ha rilevato il 7 marzo prezzi medi per il cereale pastificabile attestato a 217,5 euro alla tonnellata, stesso valore registrato il 28 febbraio.
 

Bmti, il grano duro fino all'ingrosso a febbraio in Italia perde in media il 2%

“Dopo la sostanziale tenuta osservata in apertura d’anno, i prezzi del grano duro sono tornati in calo a febbraio, complice un mercato statico, segnato da un volume limitato di scambi. In particolare, i prezzi all’ingrosso del grano duro fino hanno accusato un ribasso del 2% rispetto a gennaio, scendendo sui 222 euro la tonnellata, di fatto ai minimi dell’attuale annata commerciale – scrive Bmti lo scorso 14 marzo in una nota diffusa alla stampa, dove si sottolinea - unica nota positiva rimane il confronto con la scorsa annata, con i prezzi attuali che si mantengono più alti (+8,1% a febbraio)”. L’analisi di Bmti è basata sui dai dei listini all’ingrosso rilevati dalle Camere di commercio italiane.
 

Foggia stabile da tre sedute, ma a febbraio ha perso il 3,52%

L’Osservatorio prezzi della Camera di commercio di Foggia registra il 14 marzo 2018 la terza seduta consecutiva di valori stabili per il grano duro fino nazionale all’ingrosso alla Borsa merci del capoluogo pugliese con prezzi che si confermano a 219 euro/tonnellata sui massimi ed a 214 sui minimi, alle condizioni di “franco partenza luogo di stoccaggio" .

Le prime due settimane di febbraio avevano gelato i prezzi del grano duro fino nazionale all'ingrosso sulla piazza di Foggia, che perdeva già il 14 febbraio il 3,08% su valori massimi rispetto alle quotazioni del 31 gennaio scorso, stabili dal 4 ottobre 2017 a 227 euro/tonnellata. I primi segni di cedimento erano pervenuti già il 7 febbraio, con un prezzo minimo che cala a 221 euro a tonnellata, e il massimo a 226. Ma il 14 febbraio il cereale pastificabile perde altri 5 euro e quota 215 sui valori minimi e 220 sui massimi.

Il terzo calo consecutivo del 21 febbraio – contenuto in un solo euro sia sui minimi che sui massimi – ha così annunciato una frenata della corsa al ribasso e ha riaperto la fase di stabilità. Seguono infatti tre sedute (28 febbraio 7 e 14 marzo 2018) con prezzi fermi a 219 – 214 euro a tonnellata, che incorporano però un calo cumulato del 3,52% su valori massimi rispetto al 31 gennaio 2018.

Questi ultimi prezzi, rimasti costanti nelle ultime tre settimane, restano comunque molto lontani dai 240 euro/tonnellata sui massimi dello scorso 30 agosto, rispetto ai quali la perdita di valore all’ingrosso è dell’8,75%.
 

Ismea, ora prezzi all'origine fermi

A Foggia Ismea ha registrato il 7 marzo 2018 un prezzo medio del grano duro fino nazionale all'origine - alle condizioni "franco magazzino di partenza" di 212,5 euro/tonnellata stabile rispetto al 28 febbraio scorso. In quella data il valore del grano duro all’origine sulla piazza di Foggia era risultato in calo del 2,29% rispetto ai 217,50 euro a tonnellata registrati lo scorso 7 febbraio.
 
Si conferma pertanto la perdita del 4,49% se si raffronta il prezzo del 7 marzo ai 222,5 euro registrati dall'Istituto il 24 gennaio scorso.

Rispetto al 29 agosto 2017, quando il prezzo della nuova mietitura all’origine era di 232,5 euro alla tonnellata, si riscontra sul 7 marzo una perdita dell'8,60%.