E sembra profilarsi anche una soluzione: la rimodulazione del Psr per aiutare chi rischia, a vario titolo, di essere tagliato fuori, che costerebbe però fino ad 80 milioni, e da trovare con il consenso di tutti i portatori di interessi e tra le pieghe di un budget da 1.308 milioni di euro.
Se ieri mattina - 21 febbraio 2018 - circa 2mila giovani hanno manifestato a Cagliari la propria rabbia per i gravi ritardi nel bando della misura 6.1 del primo insediamento del Psr Sardegna 2014 - 2020, chiuso il 15 aprile 2017 e ancora senza che siano stati liquidati i premi, nella serata del 20 febbraio l'assessore all'Agricoltura Caria ha convocato una conferenza stampa per spiegare: "Rispetto a tempi e procedure messe in campo nelle precedenti programmazioni per le misure del Psr riguardanti i giovani e gli investimenti nelle aziende agricole, oggi possiamo dire di avere un ritardo inferiore, di aver aumentato la spesa e di aver lasciato inevase molte meno domande".
E Caria ha calato l'asso dell'avanzamento della spesa pubblica del Psr sardo (21,04%), giunto a rendicontare il 31 gennaio 2018 quasi 275,3 milioni di euro e con risorse disponibili sul ricambio generazionale per soli 70 milioni, anche se le pratiche giunte a finanziamento sarebbero – secondo la stessa Regione Sardegna - 210mila euro: troppo poco, evidentemente, per fermare la protesta dell'indomani.
E si fa largo un ipotesi che sembra da tutti condivisa: la rimodulazione del Psr Sardegna per compensare gli ex giovani tagliati fuori dai ritardi burocratici e che hanno perso il prerequisito dei 41 anni non compiuti, e salvare quelli che potrebbero essere invece non coperti finanziariamente anche se con tutti i requisiti in ordine.
"Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità e faremo tutto il possibile per dare le dovute risposte ai cittadini, riducendo ancora di più i tempi di competenza regionale e cercando di aumentare le risorse disponibili che a oggi sono insufficienti per tutti coloro che hanno presentato le domande di aiuto" ha detto ancora Caria, nella serata del 20.
Ma i giovani di Coldiretti, l'indomani mattina, hanno ugualmente manifestato: partiti da piazza del Carmine, si sono fermati davanti alla sede di Argea, in via Caprera, dove hanno simulato il funerale dell'agricoltura (quattro giovani hanno preso a spalle una bara in cartone), morta a causa della burocrazia e con le valige in mano, a simboleggiare il destino da emigranti.
Da lì si sono diretti al palazzo del consiglio regionale. Una delegazione guidata dal presidente regionale dei giovani Angelo Cabigliera e composta da 8 giovani agricoltori, da due sindaci e due agronomi, è stata ricevuta dai capogruppo del Consiglio regionale, dalla Commissione Attività produttive e dall'assessore all'Agricoltura. Al termine dell'incontro l'assessore Caria è sceso tra i manifestanti per dire che insieme alla V° Commissione è stato preso l'impegno di dare delle risposte ai giovani che hanno presentato domanda, ma che non potranno beneficiarne per mancanza di fondi.
L'elemento forte sostenuto da Coldiretti è che nella gestione del bando della misura 6.1, quando il bando era stato aperto e poi revocato - tra settembre 2016 e marzo 2017, diversi giovani hanno nel frattempo compiuto 41 anni perdendo il prerequisito per poter usufruire del premio. Altri questo requisito lo stanno perdendo in attesa che venga riaperto il bando. In più c'è il problema – sollevato dallo stesso Caria nella serata del 20, della copertura finanziaria, perché sulla misura 6.1 – a fronte di 1.668 domande presentate – il budget di 20 milioni e 20mila euro può coprirne solo 572.
E per il Pacchetto giovani (misura 6.1 più la 4.1 per il cofinanziamento degli investimenti nelle aziende agricole) le istanze presentate sono 1.317 e il plafond da 50 milioni copre solo le prime 311 accolte.
"Vogliamo che si valutino tutti i percorsi per recuperare le risorse per sostenere l'insediamento di tutte le imprese che sono rimaste fuori – sottolinea Cabigliera – non pretendiamo la luna, chiediamo solo che, l'ultimo treno che per noi è passato, possa essere recuperato, altrimenti lo avremo perso per sempre".
"Abbiamo elaborato dei dati ed avanzato delle proposte – spiega il presidente di Coldiretti Cagliari, Efisio Perra - la ricerca delle risorse da riallocare dovrebbe in primo luogo riguardare quelle sottomisure che, all'inizio del quinto anno di programmazione, non sono state ancora attivate ed in secondo luogo analizzare quelle misure/sottomisure che per varie ragioni hanno risorse ancora disponibili nonostante siano stati già attivati i relativi bandi. Ovviamente non deve escludersi la possibilità che la Regione possa porre rimedio con fondi propri".
Su tanto si registra sin dalla sera del 20 febbraio la disponibilità dell'assessore Caria, che in conferenza stampa ha avvertito come “Per soddisfare tutte le domande ricevute su misura 6.1 e Pacchetto giovani, sarebbero necessari altri 80 milioni di euro. Io sono dell'idea che è necessario rimodulare il Psr così da trovare nuove risorse per far scorrere le graduatorie. Vorrei dare una risposta positiva a tutti questi giovani che hanno deciso di voler costruire il proprio futuro in campagna, ma questa rimodulazione non la posso fare da solo. Tutti i diversi portatori di interesse che condividono l'importanza del ricambio generazionale in agricoltura devono fare proposte e indicare dove possiamo andare a prendere i soldi: la coperta è corta e se si vuole rimpinguare un intervento dobbiamo ridurre le spese da altre parti".