Continua ad avanzare la spesa pubblica dei Piani di sviluppo rurale per cercare di evitare il disimpegno automatico entro il 31 dicembre 2018, anche se l’andare a rilento di alcune regioni mantiene bassa la percentuale di attuazione a livello italiano, con una percentuale di attuazione del 17,22% sul totale. Secondo il rapporto al 31 dicembre 2017 pubblicato da Rete Rurale Nazionale, in termini quantitativi sono stati effettuati pagamenti complessivi per quasi 1,7 miliardi di euro, ma la parte rimanente da liquidare risulta essere ancora di 8,1 miliardi di euro.

Analizzando sempre a livello italiano la percentuale di avanzamento per focus della qualità della spesa. Gli avanzamenti più elevati sono quelli relativi alla spesa per incentivare l’uso efficiente delle risorse (63,57%), la valorizzazione e preservazione degli ecosistemi (58,52%) e il potenziamento della competitività e redditività agricola (53,21%). 

Focalizzando l’attenzione sulle regioni del Centro-Nord, la corona per la regina di efficienza la mantiene la provincia di Bolzano, che tocca a dicembre 2017 l’avanzamento di spesa del 42,18%, pari a 65,7 milioni di euro già liquidati sul totale delle disponibilità. Focus principali in provincia di Bolzano la spesa per l’agricoltura biologica, i pagamenti agroambientali e la difesa delle zone soggette a vincoli naturali.

Segue la Regione Veneto, con il 32,25% di avanzamento di spesa, pari a 162,5 milioni di euro già versati agli agricoltori. Forti percentuali di erogazioni già effettuate, in Veneto, le misure per il benessere animale, i servizi silvo-ambientali, i pagamenti agroambientali e la misura biologica.

Terzo posto mantenuto dalla provincia di Trento, al 24,70%, equivalente a 31,5 milioni di euro già spesi. Anche qui le spese per focus sono state effettuate per lo più sulle zone soggette a vincoli e per i pagamenti agroambientali.

Cresce l’avanzamento di spesa dell’Umbria, con 85,5 milioni già erogati, pari al 21,40% del totale del budget a disposizione, focalizzati al momento in particolare sul benessere animale, servizi silvo-ambientali, agricoltura biologica e pagamenti agroambientali.

Segue la Toscana, che si avvicina alla soglia del 20% della spesa complessiva, con un 19,77%, ovvero 80,9 milioni di euro liquidati, in particolare investiti in agricoltura biologica e investimenti in innovazione e ricerca.

Leggermente più giù si posiziona l’Emilia Romagna, con 95,9 milioni di euro spesi, pari al 18,95% del proprio budget, utilizzato in particolare per biologico, pagamenti agroambientali e indennità per zone soggette a vincoli. Dopo l’Emilia Romagna troviamo la Lombardia, che si posiziona sul 17,64% della spesa complessiva effettuata, con quasi 87 milioni di euro liquidati. Anche qui le zone svantaggiate, i pagamenti ambientali e l’agricoltura biologica assorbono la maggior parte delle risorse.

In crescita di circa tre punti percentuali il livello di spesa del Piemonte, con il 16,07% del budget realizzato, pari a 74,7 milioni di euro, con avanzamenti molto importanti per servizi forestali, zone di montagna e biologico. Buona progressione del Lazio, che tocca l’11,20% della spesa, con quasi 40 milioni di pagamenti effettuati, versati in particolare per biologico, montagna e pagamenti ambientali.

Avanzamento importante anche per la Valle d’Aosta, che con 6,3 milioni liquidati raggiunge il 10,83% della spesa complessiva, in particolare per benessere animali e montagna. Chi non arriva per un soffio alla doppia cifra è la Regione Marche, con il 9,35% della spesa effettuata, pari a 28,1 milioni di euro, in particolare utilizzati per biologico, sviluppo di aziende agricole e la preservazione delle realtà di montagna. Segue poi l’Abruzzo, con 20,2 milioni già rendicontati, pari all’8,79%, mentre il Friuli Venezia Giulia arriva al 7,29%, con 9,1 milioni di euro. Maglia nera della classifica, nonostante il buon progresso di oltre 3 punti percentuali, è la Liguria, con il 7,01% del budget liquidato, ovvero 9,3 milioni di euro.

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