Come emendare il Codice antimafia, ovvero, come rendere la sua entrata in vigore per le imprese agricole tale da non farle andare incontro a rallentamenti nei pagamenti della Domanda unica della Pac e dei progetti realizzati con i Programmi di sviluppo rurale?
Questa domanda pesa come un macigno di centinaia di miglia di aziende agricole finite sotto l'obbligo di presentare la certificazione antimafia per ottenere gli aiuti della Unione europea, una volta abrogato il vecchio limite che affrancava tutte le aziende al di sotto dei 150mila euro di titoli Pac all'anno.
E a quel che appare tutto sembra essere nelle mani del Governo e di come piloterà il testo della manovra finanziaria, ora all'esame della Commissione bilancio del Senato della Repubblica, visto che appare ormai certo che chiederà la fiducia sulla votazione finale una volta che il testo approderà nell'aula di Montecitorio. Arrivo previsto già per domani mattina, 29 novembre 2017.

AgroNotizie in proposito ha sentito nella mattinata di oggi, 28 novembre, Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, il ramo del Parlamento dove in queste ore è in corso l'esame nelle commissioni del decreto fiscale di fine anno. Lo strumento già contiene l'emendamento al Codice antimafia approvato al Senato e, una volta approvato in via definitiva, consentirà alle imprese agricole con meno di 5mila euro di contributi Pac l'anno, di non dover richiedere la documentazione antimafia per potersi vedere liquidati i contributi.

Luca Sani, la vicenda delle modifiche al Codice antimafia andate già in vigore dallo scorso 19 novembre è quantomeno incresciosa, si rischia un rallentamento nei pagamenti severo per le imprese. Come ne usciamo visto che sembra ormai impossibile apportare modifiche al dl fiscale?
"Le confermo che tali aggiustamenti non possono essere più inseriti nel decreto fiscale, poiché è subentrato l'impegno verso il Governo per consentirne una rapida approvazione in virtù delle scadenze fiscali che deve coprire. E voglio qui intanto esprimere la mia preoccupazione per questa situazione che rischia di bloccare le Prefetture di tutta Italia e a tutto danno degli agricoltori e sulla quale occorrerà sicuramente intervenire con degli opportuni strumenti correttivi".

Corre voce che un emendamento correttivo al Codice antimafia potrebbe essere inserito nella manovra finanziaria, ora all'esame del Senato. Le risulta?
"E' sicuramente un'ipotesi da prendere in considerazione, ma non è ancora all'ordine del giorno: occorrerà vedere come sarà strutturato il testo, poiché un emendamento non pertinente per oggetto potrebbe essere dichiarato inammissibile, e quindi saremmo di nuovo al punto di prima".

Altra ipotesi praticabile e che si ventila da alcuni giorni: una norma da inserire nel decreto milleproroghe, che magari sospenda l'efficacia delle norme per la generalità delle aziende agricole, al fine di attrezzare le Prefetture e gli enti pagatori: crede sia una via d'uscita?
"In questo caso molto dipende dal Governo e dal fatto che siamo a fine legislatura, con tempi molto ristretti quindi: per esempio è probabile che il milleproroghe diventi un allegato del testo definitivo della legge di stabilità, ed anche in questo caso andrebbero vagliate le opportunità di inserimento di un eventuale emendamento, pena la possibilità di incorrere nella dichiarazione di inammissibilità".

Luca Sani, che sia di sua contezza, esiste già la bozza di un testo di un emendamento?
"Non credo che esista, poiché per motivi di tecnica legislativa sarebbe prematuro redigerne uno, visto che non sappiamo ancora su quale testo e con quale pertinenza normativa dovrà essere realizzato".