E' questo l'insegnamento che si può ricavare dalla guerra scoppiata tra Coldiretti Calabria e Consorzio tutela Olio extravergine di olive Calabria Igp, su un passaggio essenziale del disciplinare di produzione: la mancanza di indicazione del luogo di imbottigliamento dell’olio Igp calabrese, che ha avuto il suo definitivo riconoscimento nell’agosto del 2016.
Ad oltre un anno dal varo della indicazione geografica e con il Consorzio di tutela già costituito anche se ancora in fase di riconoscimento ministeriale, Coldiretti Calabria lancia una vera e propria campagna di stampa sui media locali contro la mancata indicazione dell'obbligo di imbottigliamento in Calabria dell'Igp: "Questo - sostiene Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria - sta a significare che l'imbottigliamento può verificarsi non solo in altre regioni italiane ma anche in tutti i paesi dell'Unione Europea".
"Il significato di tale mancanza – aggiunge Molinaro – è facile da immaginare: valore aggiunto che si trasferisce in altri luoghi e perdita di occupazione". Una beffa, secondo l'organizzazione agricola, che rimprovera il Comitato promotore dell'Igp e il Dipartimento agricoltura della Regione Calabria per quella che definisce polemicamente una dimenticanza.
Pronta e vibrata la risposta del Consorzio di tutela "A riguardo è bene precisare che ad oggi in Calabria si possono produrre importanti quantità di olio Igp , mentre le potenzialità di imbottigliamento attuali sono molto limitate".
"Ha ragione Coldiretti ad affermare che in Calabria il dato di confezionamento a marchio Calabria si aggira secondo i dati della passata campagna olearia, tra il 7 e il 10% - sottolinea il Consorzio di tutela - ma Coldiretti, volutamente a questo punto dimentica che con l’espressione usata marchio Calabria si individuava la presenza di olio extra vergine di oliva imbottigliato identificabile come provenienza Calabria".
Ma non basta: "Oggi, chiunque voglia imbottigliare Olio di Calabria Igp è obbligato – sottolineano al Consorzio di tutela - a riportare quel marchio e ad identificare come prodotto della nostra regione quell'olio, e dovrà acquistarlo dai produttori di tutte le province calabresi pagando quel valore aggiunto".
Inoltre, il Consorzio di tutela, nel rimproverare a Coldiretti di non aver presentato nei termini le osservazioni in sede di pubblicazione del disciplinare di produzione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ricorda: "L'Unione europea per far salvo il principio della libera circolazione delle merci, ostacola il rilascio dei decreti di riconoscimento dei prodotti a marchio comunitario. Per scongiurare ulteriori lungaggini, il comitato promotore, valutando la cruda realtà calabrese, soprattutto dal lato delle imprese confezionatrici, con numeri ben diversi da quelli di altre regioni, e su queste basi, ha accettato, per il momento, l’extraterritorialità dell’imbottigliamento".
Il Consorzio infine sottolinea come siano in formazione 'raggruppamenti di imprese' per progettare, con l'aiuto del Programma di sviluppo rurale 2014 – 2020 Calabria nelle zone più vocate dei punti di imbottigliamento.
"Ma non si voglia demagogicamente far credere al mondo olivicolo calabrese che simili interventi e infrastrutture, con o senza fondi strutturali, possano essere realizzati nel giro di pochi mesi".