Questo è stato il tema dell'incontro "Officinali, mellifere, canapa: profumo di domani" organizzato da Cia Donne in campo che si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo Fibbioni a L'Aquila.
Un incontro per continuare a dimostrare vicinanza e solidarietà alla popolazione colpita dal terremoto, ma anche per illustrare le opportunità di mercato che ruotano intorno a colture come la canapa e le piante aromatiche e officinali.
Queste piante infatti stanno vivendo una rinascita importante, come dimostrano i dati. Negli ultimi tre anni, la superficie coltivata a canapa è aumentata di circa il 200%, passando da 950 a circa 3mila ettari.
Le potenzialità della canapa sono note, con applicazioni che vanno dal settore alimentare a quello tessile, dalla cosmetica alla bioedilizia, e lo sviluppo di questa coltura, tra l'altro una coltura tradizionale e importante del nostro paese, sembra avere ottime prospettive soprattutto dopo la legge 242 del 2016 sulle "Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa".
Altrettante possibilità di sviluppo hanno le piante officinali, che negli ultimi tre anni hanno visto un aumento della superficie coltivata del 63%, con un numero di ettari che è passato da 4.410 a oltre 7mila.
Si tratta di piante come anice, aloe, camomilla, calendula, cumino, gelsomino, genziana, lavanda, liquirizia, maggiorana, menta, melissa, mughetto, rosmarino, piretro, salvia, valeriana, zafferano, piante destinate soprattutto all'industria farmaceutica e alla cosmetica, ma che stanno vedendo il loro mercato in crescita.
Un mercato che tuttavia non riesce ancora a coprire il fabbisogno nazionale, che vede importazioni per circa il 70% e che mostra quindi ampie possibilità di crescita.
Secondo il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, il potenziale agricolo è altissimo ed è un'opportunità per molti agricoltori.
Per Mara Longhin, presidente di Cia - Donne in campo, canapa, erbe officinali e mellifere, sono un buon punto da cui ripartire nei territori devastati dal sisma.
Certamente un'opportunità da tenere in considerazione, nel quadro dell'emergenza e della ricostruzione dell'economia agricola di queste zone.
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Fonte: Cia