In valore assoluto si tratta di 33 miliardi e 229 milioni, circa 200 milioni in più del 2015, che riconfermano la Toscana al quinto posto nazionale dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.
Il peso delle esportazioni toscane su quelle nazionali nel 2016 risulta comunque uguale a quello dell'anno precedente, pari all'8%.
La causa di questo stallo sta nei mercati extraeuropei che risultano in calo del 2,1%, con l'eccezione degli Usa che segnano un aumento di oltre il 20%.
Crescono invece le esportazioni in Europa, con picchi soprattutto in Svizzera, con circa il 18% in più e Francia con un incremento del 13,5%. La Russia fa segnare un calo drastico di oltre i 43% mentre crescono del 4,1% le esportazioni verso l'Unione europea: in particolare la Svizzera segna +18,9% e la Francia +13,5%.
Guardando i singoli settori, cresce il vivaismo con 4,6% in più di vendite all'estero, il vino con l'1,5%, e soprattutto l'olio con un aumento delle esportazioni di più del 7%.
Ma l'interesse ora è rivolto alla nuova intesa tra Ue e Cina, siglata nei giorni scorsi durante il summit di Bruxelles.
Una intesa in cui vengono riconosciute reciprocamente 200 indicazioni geografiche, 100 cinesi e 100 europee che dovranno essere protette da un accordo bilaterale che sarà stipulato entro la fine dell'anno.
E tra queste indicazioni geografiche l'Italia ha il numero maggiore di specialità inserite nella lista, con 26 denominazioni, tra cui spiccano 4 grandi Dop toscane: il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano, il Chianti e il Prosciutto Toscano.
“Salutiamo con soddisfazione questo accordo perché va nel senso da noi sostenuto che è quello di proteggere i prodotti da imitazioni e contraffazioni” è stato il commento di Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana.
E poi, come ha sottolineato Marcelli, anche da un punto di vista commerciale il mercato cinese è uno dei più grandi al mondo e mostra una attenzione crescente all'Europa.
Infatti, come ha ricordato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana, il valore delle esportazioni agroalimentari italiane in Cina è stato pari a 391 milioni nel 2016 con il vino che è stato il prodotto più richiesto dal gigante asiatico per un importo di 101 milioni di euro nello stesso anno.
E anche se l’export agro-alimentare toscano è rivolto soprattutto al mercato del vecchio continente e nord americano, questo accordo pone elementi di chiarezza nei confronti del mercato asiatico che si presenta ricco di potenzialità, soprattutto per la classe media che sta scoprendo alcuni prodotti come vino ed olio.
“E in tutto ciò – ha concluso De Concilio – il made in Tuscany non può che giocare un ruolo importante”.
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Fonte: Coldiretti Toscana