Il grano duro continua ad impensierire gli agricoltori del Centro-Sud, anche se il prezzo arresta per ora la sua corsa al ribasso.
Ieri, 19 aprile 2017, sulla piazza di Foggia, la Borsa merci della locale Camera di commercio ha confermato le quotazioni del grano duro fino poco sotto la soglia dei 200 euro alla tonnellata. In se, quindi, già una buona notizia rispetto alle aspettative più negative.

I prezzi del grano di qualità migliore, calcolato all'ingrosso, franco partenza luogo di stoccaggio sono stati infatti fissati nuovamente a 190 euro sui valori minimi ed a 195 sui massimi. Prezzi invariati rispetto alla scorsa settimana, mentre gli operatori restano in costante attesa di un segnale di inversione di tendenza.

Il grano duro idoneo per ottenere una buona semola da pastificazione, con l'11,50% di tenore in proteine, del peso di 79-80 chilogrammi ogni 100 litri, umidità al 12%, chicchi spezzati massimi al 6%, farinosi 1%, bianconati fino al 35% e nulli allo 0,50, si conferma con queste quotazioni e con operazioni improntate alla calma verso il periodo di fine campagna commerciale della mietitura 2016.

Stabili anche i prezzi del grano duro mercantile (minimo 175 - massimo 180) e del grano duro buono mercantile (minimo 175 - massimo 180).

Lo scorso anno, nella stessa data di oggi, 20 aprile 2016, lo stesso grano duro fino a Foggia quotava 240 euro la tonnellata sui valori minimi, spuntando sui massimi 245 euro, ed aveva già iniziato una fase discendente protrattasi fino al periodo della mietitura. Rispetto ai massimi in un anno il grano duro di miglior qualità ha perso oltre il 20,40% del valore.

Il prezzo attuale del grano duro, almeno per il momento, non risente ancora delle previsioni di semina che, secondo l'indagine Istat, hanno registrato in inverno un -7% per la campagna 2016/2017.
E restano ancora da verificare anche i possibili effetti negativi sull'andamento del prezzo di mercato legati alla sostanziale sottrazione alla libera contrattazione di ingenti quantità di grano, che sono state già prenotate direttamente da molini e pastifici attraverso i contratti di filiera.