Etichette a semaforo e il vino, quest'ultimo osservato attraverso la lente del Vinitaly. Sono questi i due argomenti che hanno maggiormente catturato l'attenzione dei media negli ultimi giorni.

Ma si è parlato anche della guerra dei dazi fra Usa e Ue, come pure delle conseguenze della Brexit sull'agroalimentare e della crisi del riso che non accenna ad essere risolta

In Puglia si continua a discutere sulla sorte degli ulivi, stretti fra attacchi della Xylella e contestazioni per il passaggio del gasdotto Tap.

Ancora encomiabili iniziative a sostegno degli allevatori colpiti dal terremoto, con l'invio di farmaci e mangimi.

Il nostro ministero agricolo lancia proposte di aggiornamento per la nuova Pac, ma c'è chi critica la scarsa presenza italiana nelle "stanze dei bottoni" a Bruxelles.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati su quotidiani e periodici di questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio nelle righe che seguono.

L'etichetta del dissenso
Iniziamo dalle proposte di adozione delle etichette a semaforo, delle quali si occupa “Avvenire” del 6 aprile. La loro "formula" grafica, apprezzabile per l'immediatezza del messaggio, sta riscuotendo l'interesse di alcune nazioni, come Francia e Belgio, ma nella loro semplicità queste etichette penalizzano alcuni prodotti dell'eccellenza agroalimentare italiana.

Lo stesso argomento è affrontato da “Il Sole 24 Ore”, che ricorda come questa tipologia di etichetta sia già stata adottata in passato dall'Inghilterra, suscitando però molte critiche da parte dell'Italia e della stessa Commissione europea.

Fra i sostenitori delle etichette, anche per il vino, troviamo il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis.
Lo scrive l'8 aprile “Italia Oggi”, specificando che la proposta del commissario è tesa a dare più informazioni nutrizionali in etichetta, in particolare nei riguardi delle calorie.
Il “Secolo XIX” del 9 aprile avverte che nel mirino delle nuove etichette ci sono anche olio e vino, che ne risulterebbero fortemente penalizzati.

Le etichette al Vinitaly
L'argomento etichette non poteva passare inosservato in occasione del Vinitaly, dove tutti i protagonisti della filiera hanno ribadito dalle pagine di “Italia Oggi” del 12 aprile il loro no al "semaforo".
Ma il Vinitaly è stato per molti giornali l'occasione per fare il punto su questo settore, al quale hanno dedicato speciali e "inserti". E' il caso di “QN” del 7 aprile, dove si può leggere un'analisi sui canali di vendita del vino, dove primeggiano le grandi catene commerciali.

A tutto bio
Fra le tipologie più richieste dal consumatore troviamo i vini spumanti, ma c'è una forte crescita del vino biologico. Lo conferma “Repubblica” del 7 aprile, che evidenzia il raddoppio conseguito in breve tempo da questa tipologia di vini.

Una vera e propria esplosione dei consumi di vino biologico, secondo “Italia Oggi” dell'8 aprile, quella che si è registrata e che ora sta coinvolgendo anche il vino prodotto nel rispetto dei principi vegani.
In chiusura del Vinitaly interviene “Il Sole 24 Ore” del 13 aprile riassumendo i dati emersi dalla manifestazione, che ha visto una minore affluenza di pubblico, compensata da una maggiore presenza di operatori professionali e compratori esteri.

Il vino trainato dall'export
Nella crescita del settore enologico un ruolo chiave è rappresentato dalle esportazioni. “Il Sole 24 Ore” dell'8 aprile precisa che proprio dall'export arriva la spinta ai ricavi, con ai primi posti le cantine più importanti, che registrano fatturati in crescita del 6%.

Una delle partite più significative che si giocherà nei confronti dell'export riguarda i consumatori cinesi. Se ne parla su “L'Arena” dell'11 aprile, ricordando l'opportunità di puntare sui giovani consumatori anche attraverso l'e-commerce.

Il vino e il Governo
Che il vino italiano possa trovare maggiori aperture sul mercato cinese ne è convinto anche il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, che lo ha ribadito in occasione del Vinitaly, come ricorda il “Corriere della Sera” del 10 aprile.
Dal palcoscenico del Vinitaly Martina ha dato poi un annuncio importante dal punto di vista pratico. E' infatti prorogata al 30 giugno la scadenza per le registrazioni telematiche previste dalle nuove norme contenute nel Testo Unico del vino. La conferma di questo rinvio arriva dalle pagine di “Italia Oggi” del 12 aprile.

Il vino a Bruxelles
Sul ministro Martina è puntata l'attenzione de “Il Sole 24 Ore” dell'8 aprile, per commentare le proposte italiane sulla nuova Pac. A questo proposito è ribadita la richiesta del nostro paese per un ruolo più decisivo delle Ocm nelle crisi di mercato.

L'intensa settimana vinicola del ministro non lo risparmia tuttavia dalle critiche de “La Stampa” del 7 aprile, che gli rimprovera la scarsa partecipazione alle riunioni del Consiglio europeo.
Critiche all'indirizzo del ministro anche dalle colonne de “Il Sole 24 Ore” del 13 aprile, che dà la parola a Piero Antinori, deluso per la mancanza di chiarimenti sul pasticcio dei fondi Ue destinati alla promozione del vino.

Intanto da Bruxelles il commissario all'Agricoltura Phil Hogan fa sapere dalle pagine di “Italia Oggi” che si riaprono i termini per le autorizzazioni all'impianto di vigneti e a maggio, questa la promessa, ci sarà un allentamento delle strettoie burocratiche.

Gli ulivi, il Tap e la Xylella
Gli ulivi pugliesi continuano a far parlare di sé. Questa volta per il nuovo stop al gasdotto Tap (Trans adriatic pipeline) sancito da una sentenza del Tar. La notizia è riportata il 7 aprile da “Il Messaggero” e nello stesso giorno “Il Sole 24 Orecritica l'ostruzionismo della regione, che si contrappone al disinteresse verso i 40mila ulivi abbattuti ogni anno.

Critica anche la posizione de “Il Tempo” del 6 aprile, che lamenta la scarsa attenzione dei "No-Tap" nei confronti delle migliaia di ulivi che ogni anno cadono sotto i colpi delle motoseghe.
Nel frattempo, per colpa della Xylella in questo caso e delle mancate produzioni, è a rischio il destino di molti frantoi, una denuncia lanciata il 6 aprile dalle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno”.

I mercati e la guerra del riso
La caduta della produzione di olio, in particolare nel leccese, è messa in evidenza da “Il Mattino” del 6 aprile, che parla di una flessione del 26% per l'extravergine.

Lo sguardo sui mercati si allarga al riso del quale si occupa “Avvenire” del 6 aprile, ricordando che il problema delle importazioni a dazio zero dall'Est non è ancora risolto. Tanto che i produttori di riso, come anticipa “Il Giornale” del 13 aprile, si sono dati appuntamento a Roma per protestare.

Attenti al dazio
Ancora preoccupazioni sul fronte dei mercati esteri arrivano dalle politiche commerciali statunitensi, che potrebbero portare a un inasprimento dei dazi. Il problema, ricorda “Repubblica” del 10 aprile, deriva dal mancato rispetto europeo degli accordi in tema di importazioni di carne dagli Usa.

Ancora “Repubblica” riporta a questo proposito l'opinione del presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, che si dice convinto delle forti responsabilità di Bruxelles su questa vicenda.

Da una parte lo strumento dei dazi per aprire e chiudere le frontiere, dall'altra le conseguenze della prossima Brexit, il risultato è una caduta della fiducia e un conseguente freno alle attività delle imprese. E' questa la tesi sostenuta, almeno nei riguardi delle aziende venete, da parte de “L'Arena” dell'11 aprile.

Solidarietà
Meritano un plauso i gesti di solidarietà che ancora vengono rivolti agli allevatori delle zone terremotate. “Avvenire” del 9 aprile ricorda la nascita di una "task force" fra veterinari e allevatori che si è data il compito di fornire farmaci e test batteriologici alle aziende in difficoltà.

Da Parma, scrive il “Corriere Adriatico” del 12 aprile, gli agricoltori di Traversetolo hanno raccolto ben 10 tonnellate di mangime da destinare agli allevatori del piceno. Sperando che presto si concludano le operazioni per dare alloggio, ancorché temporaneo, a persone e animali.

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