L’iter è molto lungo e non si completerà prima del 2018, ma intanto ci sono i primi dati relativa alla capacità di spesa delle regioni italiane. Si parte dal dato complessivo, con 855 milioni di euro di spese già rendicontate, dei quali 427 dalla Commissione europea.
La percentuale media di avanzamento di spesa è pari al 4% sia per il Nord che per il Sud, con buone performance a Bolzano, Trento, in Veneto e in Sardegna. La più efficiente al momento è la provincia di Bolzano, con una quota del 14,94% di fondi già spesi; segue il Veneto, con il 9,67% e la provincia di Trento, con l’8,41% della quota di spesa già effettuata. Appena fuori dal podio la Sardegna, con il 7,89% di avanzamento.
Risultati positivi anche per Umbria (6,09%), Calabria (5,28%), Sicilia (5,06%), Lombardia (4,96%) e Basilicata (4,89%). Più indietro si trovano la Puglia (4,07%), la Toscana (3,73%) e l’Emilia Romagna (3,59%). Sotto il 3% si trovano il Lazio (2,78%) e la Liguria, mentre le regioni rimanenti hanno speso meno del 2% del budget.
Nel gruppo fanalino di coda ci sono le Marche (1,98%), il Molise (1,95%), la Campania (1,83%) e l’Abruzzo (1,55%) e il Piemonte (1,08%). Sotto l’1% ci sono la Valle d’Aosta (0,52%) e il Friuli Venezia Giulia (0,35%), le due quote di spesa Psr minori rendicontate al dicembre 2016.
Secondo i dati e l’analisi di Rete Rurale Nazionale, entro il 31 dicembre 2018 le Regioni dovranno liquidare ancora risorse per 1,3 miliardi di euro, considerando anche gli anticipi ricevuti nei primi due anni di programmazione. Dei 1,3 miliardi, 485 milioni di euro sono relativi alle regioni del Centro-nord, mentre 584 milioni sono ancora in dote per le regioni del Sud. 100 milioni sono per le regioni in transizione, una nuova categoria introdotta nella programmazione che riguarda le Regioni con un pil pro capite tra il 75% e il 90% della media del Pil Ue-27 (per l’Italia Abruzzo, Molise e Sardegna).
Facendo un’analisi qualitativa della spesa dei Psr, se vediamo i dati relativi al terzo trimestre 2016, registriamo fra le misure più finanziate al momento la M4 relativa agli investimenti in immobilizzazioni materiali, con 70,58 milioni di euro rendicontati, di cui 37,13 milioni di quota comunitaria. Leggermente superiore la M13 sulle indennità di zone soggette a vincoli naturali o specifici, con 70,88 milioni di spesa, di cui 33,20 di fondi europei. Chiude il podio delle misure più finanziate l’M10, ovvero i pagamenti agro-climatico-ambientali, con 45,17 milioni di euro, di cui 20,84 milioni di spesa comunitaria.