Il settore frutticolo, nonostante le minacce di oscillazioni di prezzo, ha visto arrivare qualche soddisfazione da colture come pesco e nettarina, anche se sicuramente l’annata è da ricordare per le albicocche, sia sul fronte produttivo sia per i prezzi. Registrano incrementi produttivi anche mele e pere, mentre la stagione è stata poco brillante per le susine. Per quanto riguarda l’actinidia, in provincia di Ravenna, il calo produttivo generalizzato dovrebbe essere comunque più contenuto rispetto alla media italiana.
Sul fronte di olio e olive il 2016 è stato un anno particolarmente difficile, con riduzioni consistenti a livello produttivo (-30% per le olive, -29% per l’olio). Il settore vitivinicolo ha invece chiuso un’annata sicuramente eccellente per quanto riguarda la qualità dei vini, oltre a leggeri aumenti di produzione in provincia.
Le criticità più forti rimangono invece sul comparto cerealicolo e su quello zootecnico. I listini del grano duro sono crollati del 40%, con incertezze molto forti anche sul frumento tenero. Per quanto riguarda le colture orticole, tutte le produzioni hanno raggiunto risultati produttivi, e in certi casi anche qualitativi, inferiori alle medie, seppure con una superficie coltivata in aumento.
Sul fronte zootecnico, i risultati produttivi sono ancora lontani dal soddisfare le aspettative degli allevatori, con una scarsa competitività sul mercato. Contrazioni sui prezzi per avicoli, lattiero caseario e bovini, mentre i suini evidenziano un trend al rialzo.
“Per poter essere all’altezza delle sfide della globalizzazione – sottolinea Danilo Misirocchi, presidente di Cia Ravenna – Il sistema paese ha bisogno di superare gli svantaggi competitivi rispetti ad altri: oneri fiscali, costo del lavoro, costi energetici, ma in particolare costi burocratici. Forse è ora di mettere mano a una revisione normativa strutturale, in modo da rendere meno pesante la burocrazia, finalizzata a una maggiore competività dell’impresa agricola".