C'è una realtà multinazionale che crede nei giovani, nell'agricoltura e nei prodotti di qualità italiani.
Scrollando i rami dei mille pregiudizi che la gravano, McDonald's presenta infatti Fattore Futuro, progetto presentato durante un incontro, definito "informale", con la Commissione Agricoltura della Camera. Il progetto ha l’obiettivo di sostenere i giovani agricoltori italiani ed era già stato lanciato nel corso del 2015, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, concludendosi con la selezione di venti imprenditori agricoli con meno di 40 anni che avessero progetti innovativi per la propria azienda. A partire dalla loro individuazione, a ottobre 2015, e per almeno tre anni, i venti agricoltori sono entrati a far parte della rete di fornitori di McDonald’s.

Tre di loro hanno portato la propria testimonianza. La prima si chiama Raffaella Mellano, è di Aglié, in provincia di Torino, fornisce carne bovina ed è l'attuale presidente della Cooperativa Natura e Alimenta, la quale raggruppa aziende dedicate all’allevamento per la produzione biologica e biodinamica di latte, prodotti caseari, cereali e carne. Il secondo è Claudio Scipioni, di Avezzano, Aquila, fornitore di patate che collabora con l’Università dell’Aquila e alcuni consorzi locali nello sviluppo di un progetto per la riduzione dei fertilizzanti chimici nelle coltivazioni. Infine Giosué Arcoria, di Santa Maria di Licodia, Catania, fornitore di arance la cui azienda è stata da poco convertita alla produzione biologica.
 
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare i numeri di McDonald’s che in Italia conta oggi 532 ristoranti e oltre 20 mila dipendenti. Con queste dimensioni e con oltre l’80% dei propri fornitori composto da aziende italiane, McDonald’s rappresenta un partner significativo per il settore agroalimentare italiano. Inoltre la promozione e valorizzazione di prodotti italiani, iniziata da McDonald’s nel 2008, ha consentito la nascita di numerose collaborazioni con Consorzi locali nonché piccole e medie aziende del territorio per far conoscere in tutta Italia e all’estero i prodotti tipici del nostro Paese e gli ingredienti di origine Dop e Igp.

Iniziative, fatti e numeri importanti, i quali dovrebbero forse far ragionare coloro i quali stanno raccogliendo firme per impedire a McDonald's di aprire un punto vendita in piazza del Duomo a Firenze. Tra i firmatari anche il sindaco Dario Nardella, il quale smentisce in tal modo il proprio Assessore allo Sviluppo Economico, Giovanni Bettarini che neanche una settimana fa avrebbe invece definito l'apertura come un successo.

Per quanto si capisca che un centro storico vada salvaguardato anche in senso visivo, resta il dubbio su quali requisiti servano per essere considerati "tradizionali" a Firenze. Non si comprende infatti perché McDonald's non possa aprire nella medesima piazza dove insiste l'invitante Mister Pizza, oppure Lindt, il famoso marchio della cioccolata, o la Piumini Danesi. Del resto, nell'adiacente Piazza San Giovanni vi è anche il JJ Cathedral Irish Pub, forse ottimo come pub, ma che di "fiorentinità" non pare averne certo di più della catena di fast food americana, la quale sta invece facendo ogni sforzo possibile per portare valore all'agroalimentare italiano, alle ricette sane e per creare nuovi posti di lavoro.

Relegarlo perciò in qualche via secondaria di Firenze, non appare scelta che la catena globale del fast food possa apprezzare.