E’ quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti, dal quale si evidenzia che la grandine, come annunciato dalla Protezione civile, ha colpito a macchia di leopardo nelle campagne, dal Veneto all’Emilia, dalla Lombardia al Piemonte.
La grandine è la calamità più temuta dagli agricoltori in questa stagione perché - sottolinea la Coldiretti - provoca danni irreparabili alle coltivazioni vanificando il lavoro di un intero anno, con effetti economici ed occupazionali.
Al termine delle grandinate - continua la Coldiretti - i campi sembravano colpiti da una distesa di neve fuori stagione con l’erba medica, necessaria per l’alimentazione degli animali, rasa completamente al suolo e le pianticelle di mais divelte.
Si tratta di una conferma dei cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni - conclude la Coldiretti - ha subìto danni per quattordici miliardi di euro a causa del tempo.
Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più importante il crescente ricorso all’assicurazione quale strumento per la migliore gestione del rischio.
La situazione in Val D’Arda (Pc)
L’agricoltura piacentina non è stata risparmiata dal maltempo.
Le zone maggiormente colpite sono state i Comuni di Lugagnano e Vernasca ma anche le campagne di Fiorenzuola, Pontenure, Cadeo e Castell’Arquato.
“La grandine - ha spiegato Adriano Fortinelli, segretario di zona - ha colpito oltre quindici ettari di vigneti situati nel comune di Lugagnano, in particolare nella fascia tra Madonna del Piano sino a Chiavenna Rocchetta dove insistono parecchie realtà vitivinicole gestite da giovani imprenditori agricoli. I danni in questa zona sono per lo più sulla produzione con percentuali che variano dal 60% sino a punte del 100% del raccolto annuale. In alcuni casi addirittura, la grandine ha compromesso la produzione anche per la prossima annualità con danni ingenti al tralcio principale, in molti casi, unico rimasto dopo la grandinata”.
“La situazione - ha proseguito Fortinelli - è critica anche nella fascia tra località Baroni sino al centro abitato di Vernasca dove la grandine ha colpito parecchie imprese biologiche per un totale di circa venti ettari coltivati a farro, orzo, grano e viti”.