Sequestrate in provincia Palermo tre aziende operanti nel commercio all’ingrosso e dettaglio di ortofrutta, tre appartamenti, un terreno e tre autovetture, per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Gli edifici si trovano in corso Calatafimi alta e a Villabate; l'operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione Misure di prevenzione.

Interessato dal sequestro della Guardia di Finanza di Palermo è un uomo,  ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di “Palermo Noce” ed arrestato nel 2012 con l’accusa di estorsione ed intestazione fittizia, reati per i quali è stato poi condannato alla reclusione di un anno ed otto mesi.
Il destinatario del provvedimento di sequestro aveva acconsentito ad intestarsi fittiziamente attività riconducibili a Marcello Argento, ritenuto anch’egli appartenente a Cosa nostra, quali un’agenzia di scommesse, oggi chiusa, e nei cui locali è stata avviata l’attività di ortofrutta ora sottoposta a sequestro.

Le Fiamme Gialle hanno dimostrato come i redditi dichiarati dal destinatario del provvedimento e dal suo nucleo familiare non fossero sufficienti per giustificare gli acquisti e gli investimenti effettuati dall’interessato negli anni. Si è così potuto ritenere che i beni oggi sequestrati fossero stati nel tempo acquisiti con il frutto di attività illecite poste in essere dall’organizzazione mafiosa.

“L'operazione svolta dal Nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – dimostra il buon lavoro svolto dalle forze dell'ordine sul territorio, ma anche il tanto che ancora c'è da fare per estirpare l'illegalità dal settore agroalimentare e dal Paese".
"Perché questo sia possibile però
– continua Tiso – non possiamo accontentarci di mettere alla luce qualche reato e i suoi relativi colpevoli, ma dobbiamo cercare di puntare più in alto per colpire coloro che dall'interno delle istituzioni stanno svendendo l'interesse della cittadinanza e degli agricoltori al prezzo di tangenti e potere”.

“Il sistema agroalimentare – conclude Tiso – è purtroppo ancora oggi ostaggio di questi personaggi e il nostro auspicio è che il Governo, prima o poi  si accorga di tutto questo e decida di porvi rimedio”.