"L’accordo di programma per la gestione dei rifiuti prodotti dalle aziende agricole – spiega Stefano Calderoni – è sicuramente una positiva forma di collaborazione tra i diversi soggetti interessati che dal punto di vista operativo ha portato alcuni miglioramenti per le aziende ma che presenta, di fatto, alcuni significativi limiti organizzativi. I centri temporanei di raggruppamento autorizzati, allestiti da diversi soggetti cooperativi sul territorio, sono attrezzati per raccogliere alcuni rifiuti, ad esempio la plastica bonificata degli agrofarmaci, ma spesso non riescono a gestire le consegne di grosse quantità di materiali ingombranti come i nylon da pacciamatura. Inoltre sono aperti solo pochi giorni durante l’anno, una frequenza non sufficiente. Per ovviare a tale inconveniente potrebbero essere creati dei centri di raccolta, gestiti dalle amministrazioni comunali e aperti settimanalmente come le oasi ecologiche, in grado di raccogliere tutti i rifiuti non pericolosi".
"Per la consegna in questi centri - continua Calderoni - dovrebbero naturalmente valere le regole dell’accordo provinciale che consentono a un’azienda di movimentare i rifiuti senza dover essere iscritti al registro dei trasportatori, ma compilando unicamente un formulario che indichi la tipologia dei rifiuti trasportati. La disponibilità di questi centri eviterebbe, tra l’altro, danni ambientali nelle campagne dove ancora troppo spesso la plastica viene smaltita in maniera non corretta. C’è poi un altro interrogativo – conclude Calderoni - sulla futura gestione dei rifiuti ora che le competenze legate all’ambiente e ai rifiuti sono passate dalla Provincia all’Arpa. Chiediamo, dunque, che venga fatta chiarezza sul tipo di interlocutore che avremo nei prossimi anni e se si continuerà ad applicare l’accordo di gestione, teoricamente in essere fino al 2018, o saranno effettuati dei cambiamenti sostanziali".
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Fonte: Cia Ferrara