Dopo due anni di segno meno della spesa delle famiglie italiane destinata all’alimentazione, il 2015 torna finalmente in positivo. Lo rileva l’Ismea, che a novembre ha registrato una mini ripresa sul 2014 dello 0,4%. Grazie allo sprint delle vendite del periodo natalizio il risultato potrebbe essere anche leggermente più elevato.

L’analisi per comparto evidenzia tendenze diverse e contrapposte tra i prodotti confezionati a peso fisso e quelli a peso variabile. Per i primi, la dinamica risulta in netta crescita sul 2014 (+2,2%), grazie soprattutto al contributo di bevande e olii (acqua +9%, birra +6%, oli di oliva +19%), mentre per i secondi la spesa complessiva dei prodotti, essenzialmente freschi, accusano una flessione del 2,8%, maturata soprattutto nei reparti carne (-5,8%) e lattiero caseari (-3,4%). Aumenti invece per prodotti ittici (+4,8%), ortaggi (+2,5%) e frutta fresca (+4,7%).

Tra i driver che guidano i comportamenti d’acquisto delle famiglie, sottolinea l’Ismea, è sempre più importante il ruolo del connubio fra alimentazione e benessere, riflessosi con un aumento degli acquisti di frutta, verdura e pesce, oltre che una contestuale riduzione della spesa di carni fresche, specie suine e salumi.

Si affievolisce la contrazione delle carni avicole e bovine, mentre si aggrava il bilancio delle suine, che scontano l’impatto mediatico dell’allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità e una situazione di eccesso produttivo a livello comunitario sfociata in una generalizzata limatura dei prezzi.