"La scontistica concordata e applicata dalla Gdo porta anche a confondere i prezzi che vengono diffusi dalle Camere di commercio, dove i listini dei vari prodotti vengono considerati al lordo della scontistica - ha ricordato Minguzzi -. Esempio: un prezzo di vendita alla Gdo di 1,50 euro/kg deve essere depurato della scontistica, che se al 10% diventa 1,35; poi del trasporto e facchinaggio che mediamente si aggira sui 10 cent/kg netto. Significa che f/co partenza quel prodotto lo hai venduto a 1,25 euro. Lo stesso prodotto normalmente va in promozione per parecchie settimane per il 60-70% della quantità totale, quindi il prezzo scende a 1,20, meno la scontistica del 10% per trasporto e facchinaggio, si arriva a un prezzo f/co partenza di 0,98 euro/kg. Se poi arriva l'offertissima del supermercato dello stesso prodotto a 0,50 euro/kg , non è difficile prevedere che tolte le spese il produttore riceverà 'zero' ".
"Cosa bisogna fare per impedire questa corsa al ribasso dei prezzi che danneggia solo i produttori? In primo luogo assolutamente impedire il 'sottocosto', per il resto il mercato viene regolato dalla legge della domanda e dell'offerta; però occorrerebbe limitare la scontistica al 3-5%. Quanto all’art. 62 - ha concluso il numero uno di Fruitimprese Emilia-Romagna - si può dire: fatta la legge trovato l'inganno. Spesso infatti l'art. 62 viene bypassato da ‘accordi’ con prezzo da determinare che portano a ritardare legalmente il pagamento, ben oltre i termini previsti dalla legge".
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Fonte: Fruitimprese Emilia Romagna