A dicembre l’Indice “core” dell’Ismea, calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall’indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali. A dicembre si colloca a 111,0, a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,8%), più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall’indice complessivo.
Il comparto vegetale fa segnare un -2,6% sul mese precedente, con una pesante flessione per gli ortaggi (-7,8%), condizionati dall’eccesso di offerta che le temperature insolitamente hanno riversato sui mercati. Continuano ad arretrare anche i prezzi degli olii di oliva (-5,5%), in un contesto non favorevole neanche per i semi di soia (-0,9%) e per i cereali (-2,1%), che scontano i ribassi registrati sui mercati internazionali. Anche i vini subiscono una forte battuta d’arresto, con un -1,8% dall’inizio della nuova campagna.
Crescono le quotazioni della frutta e delle colture industriali, rispettivamente del 3,2% e del 3%, entrambe in controtendenza rispetto al segno meno complessivo del comparto. Il comparto zootecnico rimane in linea con l’andamento dell’anno solare 2015. Si registra una flessione su base mensile dell’1,7%, in primo luogo per la compressione dei listini del bestiame vivo (-3,9%), meno che compensata da una lieve crescita dei prodotti lattiero-caseari (+0,5%).
Tra gli animali vivi si segnalano ancora una volta riduzioni significative a carico dei suini (-6,9%), avicoli (-5,2%), conigli (-11,4%), a fronte della lieva ripresa che ha interessato i bovini (0,3%), oltre a un incremento per gli ovi-caprini (+4,5%). In leggera discesa le uova (-0,2%). Su base annua, l’indice elaborato dall’Ismea diminusce del 2,5%, con flessioni più marcate per l’aggregato zootecnico (-3,5%) e più attenuate per il comparto delle coltivazioni vegetali (-1,7%). In quest’ultimo ambito produttivo, scendono, rispetto a dicembre 2014, i prezzi degli olii di oliva (-22,6%), dei cereali (-9,3%), oltre a frutta (-3,5%) e vini (-1,6%). In crescita gli ortaggi (+14,8%), le coltivazioni industriali (5,9%) e i semi di soia (0,3%).