E’ Wine Monitor, l’Osservatorio di Nomisma sui mercati internazionali del vino, a fare il punto sull’export di vino sparkling nel 2015, che ha messo a segno in totale una crescita dell’8% in volume e del 15% in valore. E’ lo Champagne a tirare la volata del giro d’affari francese, dal momento che vale da solo 2,7 miliardi di euro.
“Nel mondo è soprattutto grazie agli spumanti se i consumi di vino sono in crescita – sottolinea Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor – solo negli ultimi dieci anni il consumo di sparkling è aumentato di oltre il 30% con una percentuale che, per quanto riguarda il vino nel suo complesso, non è andata oltre il 5%. Contestualmente, anche gli scambi internazionali sono cresciuti di oltre il 60% in valore e l’export di spumanti italiani è andato ben al di là di questa performance: +242%".
Il trend positivo dell’export italiano è avvenuto proprio con la crisi economica. Nella ricerca di prodotti di qualità ma a prezzi più convenienti, i consumatori hanno rivolto la propria attenzione verso gli spumanti italiani, a discapito di quelli francesi.
“In effetti, fino al 2008, le quantità di spumante italiano esportato erano meno del 70% del corrispondente francese – continua Pantini – per poi riuscire nel sorpasso dall’anno successivo ed arrivare a chiudere il 2015 con volumi pari a una volta e mezzo quelli degli spumanti francesi”.
L’80% dell’export made in Italy è relativo a prodotti Dop, con il Prosecco che riveste un ruolo di primo piano, mentre soffre lo Spumante d’Asti, che dal 2009 a oggi è calato nei volumi venduti oltre frontiera del 30%. I mercati dove il Prosecco sta conoscendo una grande crescita sono il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Canada e i Paesi scandinavi.