Una task force di Coldiretti opera a livello territoriale per sostenere i giovani interessati con tutte le informazioni ma anche tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. “C’è un intero esercito di giovani che sta prendendo in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future per costruire un Paese migliore per se stessi e per gli altri”, ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani di Coldiretti. "In questo contesto - ha precisato Gardoni - i Piani di sviluppo rurali (Psr) rappresentano uno strumento utile per continuare a incrementare la presenza delle nuove generazioni nelle campagne italiane. Uno strumento che però deve essere leggibile e di facile interpretazione e che sia oggetto di semplificazione per facilitare l’avvicinamento delle giovai imprese alle opportunità offerte dal settore agricolo”. Una risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei giovani che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixé, nel 57 per cento dei casi oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). Ma anche - continua Coldiretti - un sostegno alla competitività dell’agricoltura poiché le aziende agricole condotte dai giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
Nei Piani di sviluppo rurale regionali approvati ci sono ben 4.960 milioni di euro da destinare a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali - sottolinea Coldiretti - che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività. Non mancano però - continua la Coldiretti - risorse per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che possono sostenere la distintività e i primati qualitativi e di sicurezza alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana. La ripartizione delle risorse nazionali - sottolinea Coldiretti - ha tenuto conto dei livelli di sviluppo economico regionale: circa 9 miliardi di euro saranno destinati alle 13 regioni/province autonome in obiettivo competitività (Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto), circa 2 miliardi di euro alle tre regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), mentre 7.4 miliardi di euro andranno alle cinque regioni in obiettivo convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Un'ulteriore quota di risorse aggiuntive - precisa la Coldiretti - è prevista per l’attuazione di programmi nazionali che con circa 2.2 miliardi di euro interverranno in ambiti strategici e comuni su tutto il territorio italiano.
“Abbiamo di fronte un'occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e di sostenere la competitività delle imprese” ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza del dialogo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l’accesso alle misure previste dai Piani”.
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Fonte: Coldiretti