Dopo il calo della produzione di sansa di quasi il 40% e quella per fini energetici della metà, gli imprenditori ora riprendono a sperare. “E’ chiaro che gli effetti della crisi sofferta negli ultimi anni non spariranno di colpo – osserva Martucci – ma possiamo guardare con maggiore ottimismo al futuro. Ci piacerebbe, al riguardo, rilanciare il ruolo dell’olio di sansa rispetto agli altri oli”.
La sansa è un sottoprodotto della lavorazione delle olive in frantoio, impiegata per produrre olio alimentare e, in tempi più recenti, biomasse. Quello che, erroneamente, si potrebbe considerare uno “scarto”, al contrario, è valorizzato dal lavoro delle aziende che trasformano la sansa e ne estraggono un olio destinato all’alimentazione e, in aggiunta, un combustibile di origine vegetale, con evidenti vantaggi ambientali.
In particolare, l’olio sansa da sempre funziona da ‘apripista’ per l’olio d’oliva nei nuovi mercati, soprattutto in Asia e, in generale, nei Paesi non ancora abituati al gusto dell’extravergine. “All’estero – sottolinea il presidente Martucci - si sono aperte nuove opportunità per l’olio d’oliva, di cui il sansa è un fratello minore, ma dotato di analoghe qualità alimentari”. E’ bene ricordare, infatti, che tutti gli oli da oliva hanno un contenuto elevato di acidi grassi monoinsaturi, particolarmente indicati per la salute cardiovascolare, e l’olio di sansa è particolarmente indicato in usi come la frittura.
“Il mondo del sansa è un segmento significativo dell’intera filiera olearia – sottolinea il numero uno dei sansifici -. Da tempo lavoriamo alla valorizzazione dei nostri prodotti anche per usi energetici, affiancandola alla storica attività nella produzione alimentare. Tale percorso, tuttavia, non vuole dimenticare il nostro legame con l’olivicoltura ma, al contrario, renderlo più forte ed efficiente”.
Assitol ribadisce, in tal senso, la volontà di lavorare con tutta la filiera. “A nostro avviso, è necessario costruire una proficua collaborazione che coinvolga i diversi rappresentanti del settore oleario – conclude il presidente Martucci - seguendo l’esempio dell’Interprofessione spagnola”.
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Fonte: Assitol - Associazione italiana dell'industria olearia