Lo dice un'analisi dell'Istat sulle vendite all'estero, che segnano in valore una crescita del 6,1%, con punte di oltre l'8% delle Dop.
“Si conferma la crescita delle nostre esportazioni ormai stabilizzate sopra il +6% - sottolinea Ezio Castiglione, presidente di Ismea – che potranno ulteriormente accelerare a fine anno, considerando il prevedibile sprint degli spumanti nel periodo di Natale”.
“A trainare il segno positivo delle nostre esportazioni vinicole sono i dati in crescita che arrivano da mercati importanti quali gli Usa, il Regno Unito e il Giappone, aiutati da un'inaspettata e confortante ripresa del mercato cinese, che compensa in parte il crollo delle esportazioni verso la Russia, legato a una situazione di grave difficoltà del Paese”.
“C'è in parallelo la flessione dei volumi che ha fatto registrare un -3,1% - riporta Domenico Zonin, presidente dell'Unione italiana vini – ma non per le Dop, in crescita del 5%. Questo è un dato sul quale dovremo lavorare nei prossimi mesi, forti anche di una vendemmia eccellente come quella che abbiamo appena concluso”.
“Per quanto riguarda il Giappone – commenta Zonin – si conferma un mercato strategico per il vino italiano. Il nostro export è però messo in pericolo dalle trattative bilaterali di libero scambio con l'Ue, a fronte dell'accordo raggiunto tra gli Usa e i paesi dell'area del Pacifico (Tpp-Trans Pacific Partnership), che faciliterà gli scambi tra alcuni importanti competitori come Usa, Cile, Australia e Nuova Zelanda, proprio verso il mercato nipponico”.
“La buona remunerazione all'export del nostro vino specie nel segmento Dop e Igp – conclude Castiglione di Ismea – conferma una strategia produttiva del "Sistema Paese", ormai orientata stabilmente sulla territorialità e quindi su prodotti a elevato valore aggiunto”.