Martino Cerantola, già vice, è il nuovo presidente di Coldiretti Veneto. E’ stato eletto ieri all’unanimità dall’assemblea dei dirigenti dell’associazione: 45 enne, vicentino, diplomato in agraria, imprenditore zootecnico di Tezze sul Brenta, guiderà l’organizzazione professionale fino alla naturale scadenza del mandato fissata nel 2018. Cerantola che nel suo discorso ha ringraziato il predecessore Giorgio Piazza per il proficuo lavoro di rappresentanza e impegno costante, ha raccolto la sfida entrando subito nei temi nodali sottolineando l’attività di Coldiretti che trova la sua ragione nell’essere una forza sociale a difesa degli interessi delle imprese associate (il 64% delle aziende agricole venete).

All’assise il neopresidente ha ribadito la sua determinazione nella riorganizzazione delle filiere produttive più esposte agli effetti distorti della globalizzazione: latte, carne, ortofrutta solo per citare le più sofferenti. "Questione, tra l’altro – ha ricordato Cerantola -  sottoscritta dalla politica regionale proprio nel documento di Coldiretti presentato all’inizio della X^ legislatura. Tra le priorità, inoltre,  c’è l’avvio dei bandi del Programma di sviluppo rurale. Il protrarsi dei tempi conduce alla non ammissibilità del premio per quei giovani che si sono insediati in azienda un anno addietro".

"Questa – continua Cerantola – è una partita importante per la rigenerazione del settore. Gli under 40 sono linfa vitale per il primario, sono portatori di innovazione. Temporeggiare vuol dire che abbiamo speso solo parole fino a questo momento. Comprendo l’esigenza dei tagli a causa di scarsità delle risorse – ha sostenuto Cerantola – ma abbiamo assistito alla decurtazione del 20%, nella revisione della legge finanziaria, delle risorse assegnate ai Caa, Centri assistenza agricola. Niente di nuovo – ha spiegato Cerantola – ma che un impianto così operativo con strutture diffuse su tutto il territorio, considerato esempio di sussidiarietà e di alleggerimento della macchina burocratica nonché strumento per la consulenza aziendale, venga relegato a capitolo non essenziale ci lascia alquanto perplessi".

"Sotto il profilo agroambientale Coldiretti attende l’ultimo atto per ottenere la revisione delle zone vulnerabili ai nitrati. Facciamo riferimento – ha detto Cerantola – ad una semplice delibera che dà conto del percorso già avviato e che il mondo agricolo invoca da tempo. Sulla stessa linea anche la rivoluzionaria proposta di legge per i danni da fauna selvatica, appoggiata da Legambiente, condivisa dallo stesso governatore Luca Zaia lo scorso luglio e che sembra sia ancora nei cassetti di qualche palazzo regionale. Sul consumo di suolo appoggiamo in toto l’iniziativa legislativa della Giunta, lo abbiamo ribadito anche nelle audizioni, e auspichiamo che la trattativa in Consiglio regionale non sia lunga".

"E’ sempre antipatico cominciare precisando quello che non va – ha incalzato Cerantola – per il ruolo che da oggi ricopro preferisco pensare che ci aspetta un lavoro fitto fitto sulla nuova denominazione per il Nord-Est, quella del 'Pinot Grigio' che abbraccia le terre del Friuli Venezia-Giulia e Trentino Alto Adige con le loro varietà. Dei 20.000 ettari totali il 60% della produzione è in Veneto, mentre il primato della commercializzazione va ai grandi gruppi cooperativi Trentini. Parallelamente abbiamo promosso e sostenuto l’associazione 'Coniglio Italiano' che marchierà i conigli allevanti e macellati in Italia per identificare la professionalità degli allevatori e valorizzare la produzione di qualità di questo tipo di carne, sempre più apprezzata dai consumatori, ma mal ripagata ai produttori che sottostanno alle speculazioni di mercato".

"Affianchiamo nei prossimi mesi anche il rilancio dello zucchero che è presente in Veneto con un importante soggetto del mondo cooperativo, con uno zuccherificio di assoluto rilievo nazionale unico che commercializza 100% italiano. Le tante incombenze –
ha promesso Cerantola – non ci distrarranno dal presidio della politica regionale né dalla responsabilità della salvaguardia ambientale, della conservazione del paesaggio e della garanzia di sicurezza alimentare. Compiti che onorano il nostro mestiere e che, secondo gli usi e tradizioni, non deleghiamo a nessun altro".