Rete Rurale Nazionale ha diffuso i dati dell'avanzamento di spesa dei Psr al 30 settembre 2015, mettendo in evidenza le criticità del Paese, che rischia davvero di andare in disimpegno automatico per la quota Feasr per molte Regioni.

Il report evidenzia ancora la disponibilità di oltre 2,1 miliardi di euro di risorse da utilizzare entro il 31 dicembre, con una quota Feasr di oltre di 1,1 miliardi. La percentuale di rischio di disimpegno automatico a livello nazionale si attesta al 12,52%, mentre l'avanzamento di spesa sale all'88,03%. Focalizzando l'attenzione sui Psr delle regioni del Centro-Nord, il dato aggregato parla  di ancora 983 milioni di euro ancora inutilizzati, di cui 440 di quota Feasr, per un rischio di disimpegno automatico del 9,58%.

La situazione migliore è in Veneto, che ha a disposizione “solo” 12,6 milioni di euro, di cui 5,8 milioni di Feasr, per una percentuale di rischio di disimpegno dell'1,21%. Al secondo posto fra i più virtuosi c'è la Provincia autonoma di Bolzano, con 11,3 milioni in cassa, di cui 5 di quota Feasr, per un rischio di disimpegno del 3,43%. Segue la Lombardia, con una situazione di disimpegno automatico al 4,12% e ancora 42,3 milioni di euro utilizzabili, di cui 19,4 di quota Feasr.

Al quarto posto c'è Trento, con 12,2 milioni ancora inutilizzati, di cui 4,7 milioni di Feasr, per un rischio di disimpegno del 4,40%. Segue l'Emilia Romagna, che ha a disposizione di qui fino a fine anno 64,6 milioni di euro, di cui 29,4 di quota Feasr e una percentuale di rischio di disimpegno del 5,58%. C'è poi la Toscana, con 66,7 milioni di euro nelle proprie casse, di cui 29,8 di quota Feasr, per un rischio di disimpegno del 7,67%. 22,6 milioni di euro ancora inutilizzati in Liguria, che ha una quota di fondi Feasr di 8,9 milioni ancora da spendere, e un rischio di disimpegno automatico del 7,82%.

Sfonda l'8% di rischio di disimpegno la regione Piemonte, che nonostante i buoni progressi rispetto a fine agosto, deve ancora spendere 80,6 milioni di euro, di cui 36,5 di quota Feasr. Le situazioni più critiche sono quelle Regioni che sforano la doppia cifra di rischio di disimpegno. Fra le meno virtuose, la migliore è il Lazio, con 90,4 milioni di euro ancora da spendere, di cui 40,7 di quota Feasr, con un rischio di disimpegno del 12,91%.

Segue il Friuli Venezia Giulia, con 35,2 milioni di euro ancora inutilizzati, di cui 15,8 di quota Feasr, per un rischio di disimpegno del 13,27%, facendo poco meglio dell'Umbria, che presenta una percentuale di rischio di disimpegno automatico del 13,56%. L'ammontare di spesa ancora ferma però risulta molto elevato, oltre 106 milioni di euro, di cui 47,9 milioni di euro di quota Feasr. A livello di percentuale fa ancora peggio la Valle d'Aosta, con un rischio di disimpegno automatico del 15,79%, ma con “soli” 19,5 milioni, di cui 8,8 di quota Feasr, ancora da spendere.

Al penultimo posto troviamo la Regione Marche, che ha ancora bloccati 84,6 milioni di euro, di cui 38,2 milioni di euro di quota Feasr, presentando un rischio di disimpegno automatico del 17,56%. La maglia nera della classifica relativa alle Regioni del Centro-Nord rimane all'Abruzzo, che migliora leggermente in termini di avanzamento di spesa, ma rimane ancora oltre il 18% di rischio di disimpegno automatico. Nelle casse regionali rimangono al momento inutilizzati 78,5 milioni di euro, di cui 35,4 milioni di quota Feasr.

Secondo la Rete Rurale Nazionale, l'obiettivo di spesa potrebbe essere raggiunto dalla Regione Veneto, dalle province di Bolzano e Trento, e anche dalla Regione Valle D'Aosta, che nonostante l'alta percentuale di rischio di disimpegno deve ancora spendere pochi milioni di euro. Più critica la situazione di molte altre realtà, anche per il fatto che nell'ultimo mese non c'è stato un consolidato segno positivo in termini di avanzamento di spesa.
Nei prossimi mesi tre mesi ci si gioca tutto, anche se è evidente come tante Regioni rischino veramente di andare in disimpegno automatico.