“Si pongono le basi per raggiungere a fine anno la storica cifra di 36 miliardi di euro – sottolinea Coldiretti – a determinare il forte balzo in avanti sono stati proprio i primi due mesi dell'Esposizione universale, con una crescita salita al 10% nel bimestre maggio-giugno, di tre punti percentuali superiori a quella registrata nel quadrimestre che ha preceduto Expo”.
Fra gli sbocchi principali, i Paesi dell'Unione europea assorbono una crescita del 5%, ma il vero boom del made in Italy lo si può vedere negli Stati Uniti, con un netto +28%, oltre che in Cina (+18%), nei mercati asiatici in generale (+24%) e in Oceania (+29%). Unica nota stonata il mercato russo, con esportazioni dimezzate a causa dell'embargo. Per quanto riguarda i comparti più dinamici, il prodotto più esportato si conferma il vino (2,5 miliardi di euro in sei mesi e una crescita del 7%), oltre all'ortofrutta fresca (+9%) e all'olio, con un +11%.
Crescono anche le esportazioni di pasta (+8%) e formaggi (+2%). “Il record fatto registrare dall'export è il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che rende l'Italia competitiva anche all'interno dei processi di mondializzazione dell'economia e delle idee – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo – per tutti noi conta dunque che il nostro Primo ministro, in visita da Obama, porti una bottiglia di vino. E' un gesto che non dimenticheremo perché ovunque all'estero ci sia un prodotto che nasce dalle nostre campagne, per noi c'è un pezzo di Italia che ci rappresenta”.
Agli ottimi dati sulle esportazioni, si accostano anche le ottime performance sul fronte “green”. L'agricoltura italiana, secondo l'analisi di Coldiretti, è diventata la più green d'Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, oltre a una leadership consolidata nel numero di imprese biologiche, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometro zero, e anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma.
“L'Italia è l'unico Paese che può vantare 272 prodotti a denominazione di origine superiori a quelle registrate dalla Francia – continua Coldiretti – oltre ventimila agriturismi ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi venti volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%)”.
“Ma l'Italia è anche il Paese con le regole produttive più rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari – ammette Coldiretti – dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino, che non valgono in altri Paesi dell'Unione europea, dove si assiste a un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l'identità degli alimenti”.
Sul fronte del biologico sono presenti in Italia oltre 49mila imprese, in crescita del 12% rispetto all'anno precedente. “Il successo dell'agricoltura italiana sta nella sua sostenibilità e nella sua bellezza che derivano da straordinarie qualità, varietà, distintività e articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo – conclude il presidente nazionale di Coldiretti Moncalvo – se abbiamo raggiunto tutti questi risultati positivi è perchè in questi anni abbiamo constantemente mantenuto e innovato per garantire competitività al settore agroalimentare, che rappresenta il 15% del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato e 1,6 milioni di aziende agricole”.