Rallenta ma continua a scendere il terreno disponibile in Italia, anche nel 2014. Le stime di Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, parlano di un 7% come percentuale di suolo direttamente impermeabilizzato, con oltre il 50% del territorio che ne subisce gli impatti devastanti. Diminuisce la velocità del consumo, tra il 2008 e il 2013, viaggiando a una media di 6-7 metri quadrati al secondo. Le nuove stime confermano la perdita prevalentemente concentrate sulle aree agricole coltivate per il 60%, con un 22% per le aree urbane e un 19% per terre naturali e vegatali.

Cresce del 12% il consumo di suolo nella Pianura Padana, una delle aree più fertili e produttive d'Europa. Periferie e aree a bassa densità sono le zone dove il consumo di terreno è aumentato più rapidamente. Ispra denuncia gravi situazioni di espansione disordinata di alcune città e province italiane, come Catanzaro, esposte in questo modo, in maniera più accentuata, al rischio idrogeologico. Fra le Regioni più consumate Lombardia e Veneto figurano al primo posto, mentre per quanto riguarda le zone costiere la maglia nera va alla Liguria.

Tra le zone a rischio idraulico c'è invece l'Emilia Romagna, con oltre 100mila ettari, che detiene il primato a livello di superficie. La provincia più cementificata è Monza e Brianza, mentre i comuni delle province sono quelli di Napoli; Caserta, Milano e Torino. Ispra, infine, individua nelle strade la principale causa di degrado di suolo. Nel 2013, infatti,  il 40% del territorio consumato è stato destinato alla realizzazione di strade.

Confeuro dichiara tutta la sua preoccupazione per la situazione. “Lo studio dell'Ispra sul consumo di suolo in Italia ci spaventa come non mai – ammette il presidente nazionale Rocco TisoE' necessario quindi un piano per fermare il più possibile il consumo di suolo. Le misure da prevedere devono rientrare in un piano di più ampio respiro a lungo termine, non basta certamente dire di voler costruire un po' di meno. L'agricoltura è custode del territorio e ha da sempre per l'ambiente un'attenzione particolare. Per questo è una priorità assoluta rimettere il comparto agricolo al centro del dibattito politico e del rilancio del sistema paese”.