Il Global entrepreneurship congress è, fin dalla sua istituzione, un momento di incontro interdisciplinare e trasversale in cui imprenditori, investitori, ricercatori, stakeholder, opinionisti e politici si confrontano per contribuire a portare idee, tecnologie e prodotti innovativi, stimolare la crescita economica e la conoscenza delle opportunità riservate dal futuro.

Nel quadro odierno del convegno, Maurizio Martinelli, dell’Istituto di informatica e telematica (Iit) del Cnr, ha ricordato che "lo studio del Cnr “Analisi dell’agroalimentare in rete: il .it come case study” è unico a livello nazionale e internazionale, e la sua metodologia scientifica può essere applicata anche in altri settori”.

Mattia Corbetta, membro della Segreteria Tecnica del ministero dello Sviluppo economico, ha rievocato le principali politiche sull'innovazione tecnologica introdotte dal suo ministero negli ultimi 3 anni (normativa sulle startup innovative e sulle Pmi innovative, credito d'imposta sulle attività di R&S, Patent Box), affermando che esse “non sono confinate a un settore circoscritto, ma possano investire anche le aziende del settore agro-alimentare”.

In questo contesto, i giovani della filiera agroalimentare, intervenuti come “#filiereintelligenti” (il progetto avviato in collaborazione con i giovani di Federalimentare ed il Cnr) hanno espresso alcune valutazioni.
Il presidente dei giovani Imprenditori di Federalimentare, Francesco Divella, ha sottolineato che “l’informatica digitale e l’accesso alle nuove tecnologie tramite un’efficiente rete infrastrutturale sono aspetti fondamentali per le aziende italiane del food and drink”. Egli ha ribadito che “le vendite su internet dei prodotti alimentari italiani sono in crescita e che l’e-commerce sta diventando sempre più strategico per portare il made in Italy nel mondo, grazie anche all’effetto trainante che deriverà dall’ imminente Expo di Milano. Di pari passo – ha concluso - è fondamentale contrastare le vendite illegali dei falsi prodotti alimentari italiani anche nell’e-commerce e sul web”.

Il presidente dei giovani di Confagricoltura, Raffaele Maiorano, da parte sua ha affermato che “si stanno facendo passi avanti nell’Agenda digitale. Dal Rapporto annuale 2014 sull’Agenda Digitale è emerso infatti che l’88% delle aree rurali è servita dalla banda larga. Per cui il problema è, semmai, nella velocità delle connessioni”.
In questo momento – ha proseguito Maiorano - il digitale resta comunque un problema che pesa sulla competitività delle imprese agricole, con aree rurali del Paese servite male o per niente dalla banda larga. Occorre quindi diffondere le infrastrutture ma anche la cultura del digitale”. E ha aggiunto: “Non serve avere la macchina veloce se poi non si ha la patente”.
Il problema – ha proseguito - non è solo delle aziende agricole, ma di tutto il Paese. Sempre dal Rapporto sull’Agenda Digitale emerge che, nel 2013, il 34% della popolazione continuava a non connettersi a Internet. Gli utenti regolari, quelli che si collegano almeno una volta alla settimana, erano il 56%, ben sotto il 72% europeo. Ci auguriamo che, nel frattempo, si siano fatti progressi, ma il gap culturale resta”.

Da ultimo, in fatto di e-commerce, Maiorano ha ricordato come “solo il 12% delle aziende di tutti i settori vende i propri beni e servizi in Rete, e come tale percentuale cali al 5% se si analizzano le Pmi".
"Proprio per superare questo limite l’Associazione dei giovani di Confagricoltura – ha concluso Maiorano - ha avviato la piattaforma ‘Food Made In’, a disposizione delle aziende associate”.