Una manifestazione riuscita a perfezione".

Così il presidente di Confagricoltura Lombardia, Matteo Lasagna, ha commentato l'iniziativa di Confagricoltura Lombardia e Cia Lombardia svoltasi ieri mattina a Brescia, che ha visto la partecipazione di quasi 5 mila imprenditori agricoli provenienti da tutto il territorio lombardo e l’intervento di numerose delegazioni in rappresentanza delle Regioni limitrofe. 

Il settore agricolo versa in uno stato di grave difficoltà, ma ciò nonostante dai nostri agricoltori è arrivata, ancora una volta, una lezione di civiltà e di compostezza - ha commentato Lasagna - Abbiamo voluto fare sentire la nostra voce, ma senza trascendere nei toni e senza arrecare disagio alla città di Brescia che ci ha ospitato e a chi ci vive e lavora”.

La manifestazione ha avuto come scopo la richiesta di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni che, ha detto Lasagna, "attraverso provvedimenti normativi mirati ed  efficaci, devono sostenere il nostro comparto e le aziende che vi operano, al fine di favorirne un rilancio da cui potrebbe trarre beneficio l’intero nostro Paese”.

Il settore agricolo, fortemente radicato nel territorio e che non può certo permettersi di delocalizzare come avviene per altri settori della nostra economia – ha continuato Lasagna - Sconta in questo momento una serie di problemi e di difficoltà che ne mortificano la capacità produttiva: un regime fiscale opprimente con vicende paradossali come quella dell’Imu sui terreni agricoli, il ritardo e le contraddizioni nell’attuazione della nuova Politica Agricola Comunitaria e nell’avvio dei nuovi Programmi di sviluppo rurale, unico strumento a sostegno dell’innovazione nelle aziende a fronte delle sempre maggiori difficoltà nel rapporto con il sistema creditizio”.

E ancora un’applicazione della Direttiva nitrati che penalizza le aziende zootecniche, un Piano nazionale dei fitosanitari che crea gravi problemi nella gestione agronomica di molte coltivazioni ed una burocrazia soffocante, nonché le dinamiche negative dei mercati di alcune delle nostre produzioni più rilevanti, quali il latte e le carni suine”.