In casa Coldiretti non sono nuovi a iniziative che sanno far parlare di sè. Questa volta è il turno del latte, da mesi alle prese con il ribasso dei prezzi che sta mettendo in forse il futuro di molte stalle, nel silenzio generale, interrotto solo da sporadiche e isolate proteste. Ecco allora l'idea, portare il problema del latte nelle piazze italiane, con vacche e mungitori al seguito. L'appuntamento è per venerdì 6 febbraio, a Piazza Affari, di fronte alla Borsa e così pure a piazza San Marco a Venezia, meglio ancora sul Canal Grande, con una stalla galleggiante e in altre piazze delle principali città. Se l'obiettivo è quello di far parlare i media di questa vicenda, il risultato è stato raggiunto persino in anticipo. La “Gazzetta di Mantova” del 4 febbraio vanta la presenza di ben duecento mungitori che dalla provincia lombarda si recheranno nelle varie piazze italiane. “Il Giornale” racconta delle dieci vacche da mungere a piazza Affari, mentre “il Gazzettino” si occupa delle vacche che saranno munte nello scenario di piazza San Marco, a Venezia. Il 5 febbraio è “Il Sole 24 Ore” che si occupa dell'argomento dando la parola all'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava, per sottolineare che i problemi del latte non si fermano al prezzo, ma continuano nelle multe ancora da riscuotere e nella prossima chiusura del regime delle quote. A fianco degli allevatori e della loro protesta si schiera il Conad, la più grande cooperativa di esercenti. Con una pagina acquistata sui principali quotidiani, scrive “Il Resto del Carlino” del 5 febbraio, il Conad annuncia che pagherà il latte 38 centesimi. Un modo concreto per andare incontro alle istanze degli allevatori.
Quando la  "mungitura di protesta" sarà avvenuta, c'è da scommettere che l' argomento tornerà di nuovo su molti media. Il prezzo del latte con tutta probabilità  rimarrà basso, ma almeno si sarà raggiunto l'obiettivo di porre sotto i riflettori questo problema. Ma ora qualcosa si muove. Per mercoledì 11 febbraio è già convocato il “Tavolo del latte”, come si apprende dal quotidiano cremonese “La Provincia”. Ancor prima dell'incontro c'è chi ne anticipa i contenuti, come nel caso de “Il Sole 24 Ore” che descrive le “sette mosse” con le quali il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, intende affrontare il problema anche in vista del prossimo abbandono delle quote latte.

Imu, stretta finale
Non c'è bisogno di scendere in piazza per mettere in evidenza i problemi dell'applicazione dell'Imu sui terreni di montagna. L'argomento continua ad affollare le pagine dei giornali, come nel caso del “Secolo XIX” che il 30 gennaio racconta la protesta degli agricoltori che soprattutto in provincia di Imperia hanno deciso di dare battaglia all'Imu. La stessa cosa avviene in Puglia, come si può leggere sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 gennaio, con la richiesta di rivedere i criteri di esenzione. In Toscana, scrive il 2 febbraio “Il Tirreno”, l'esasperazione degli agricoltori li spinge a proteste di piazza. Il perché di tanto dissenso è ben spiegato da “Il Sole 24 Ore” del 2 febbraio, che ospita un resoconto delle difficoltà che si incontrano per usufruire delle esenzioni. Complicazioni, scrive il 3 febbraio “Italia Oggi”, sono persino maggiori nel caso di terreni in affitto, dove peraltro le opportunità di essere esentati dal pagamento sono anche inferiori. Arriviamo al 4 febbraio con la “Gazzetta del Mezzogiorno” che chiede a gran voce una moratoria per l'Imu agricola. Una richiesta che difficilmente verrà accolta e “Il Sole 24 Ore” spiega che l'aliquota da applicare, salvo che il comune non abbia deciso diversamente, è quella del 7,6 per mille. Il giorno seguente è ancora “Il Sole 24 Ore” che torna sull'argomento con gli ultimi dettagli sulle tipologie di terreni che possono usufruire di un'esenzione. L'esenzione dall'Imu, si apprende da “Italia Oggi” del 5 febbraio, si porta dietro una sorpresa amara per i datori di lavoro agricoli. Vengono infatti cancellate le deduzioni Irap per le assunzioni a tempo determinato.

Gioco di squadra
L'agricoltura è dunque costretta a muoversi fra molti problemi che per essere affrontati richiederebbero un gioco di squadra, cosa che raramente accade, come scrive il “Corriere della Sera” del 2 febbraio. Ma in qualche caso le divisioni vengono superate come accaduto ai vignaioli abruzzesi che hanno ottenuto di fermare le trivelle che minacciavano i loro filari. Il tutto, scrive “Il Fatto” del 2 febbraio, grazie ad una sentenza del Tar che ha dato ragione ai viticoltori. Non basta una sentenza del Tar per tutelare i campi dalla continua invasione del cemento. Così il sindaco di un comune nei pressi di Milano ha firmato la “Carta di Matera” che getta le basi per una nuova politica agraria, come scrive “Il Giorno” del 2 febbraio. Là dove non è il cemento a sottrarre terreno alle colture, è il mercato a mettere fuori gioco migliaia di aziende agricole costrette a chiudere i battenti. Emblematica la situazione riportata dal “Giornale di Sicilia” del 4 febbraio che denuncia come in soli cinque anni siano scomparse ben 14mila imprese.

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